Pinocchio. Al cinema

Un Pinocchio a cartoni animati di matrice italiana, come italiano è l’autore del libro, quello che Enzo D’Alò, il regista de La gabbianella e il gatto, propone al cinema proprio in questi giorni.
Al centro della sceneggiatura, che per il resto vede la collaborazione di Lorenzo Mattotti per la grafica e Lucio Dalla per le musiche, Geppetto e il suo rapporto con il burattino, in una specie di racconto di incontro e scontro di due generazioni, due mondi, la medesima umanità.

Pinocchio nel paese dei BalocchiGeppetto viene raccontato come un bambino cresciuto, pieno di fantasia e immaginazione, capace di guardare oltre l’apparenza delle cose riuscendo a vedere, dietro al ciocco di legno, qualcosa di diverso, qualcosa di grande.
Il regista ha raccontato che per il suo film si è ispirato, oltre naturalmente al libro di Collodi e ai film di Comencini e Benigni, anche alla figura di suo padre, la cui morte gli ha permesso di ripensare al loro rapporto e di costruire il personaggio del falegname, dandogli maggiore respiro e spazio di quanto non ne abbia mai avuto finora (sebbene Comencini, per il suo Pinocchio, avesse chiamato un attore del calibro di Nino Manfredi).

Diverso anche il ruolo della Fata Turchina (la mitica Lollo(brigida) nel film di Comencini), che appare come una coetanea di Pinocchio di cui, di fatto, il burattino si innamora.
Insomma, se la storia è quella, cambiano i punti di vista, le prospettive, i rapporti. Cambia il modo di raccontarla. Senza, però, togliere nulla della poesia e della magia originali. Dell’incanto che ha affascinato generazioni di bambini in tutto il mondo.

Al cinema dal 21 febbraio.

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