Pokemon Go. Il tormentone dell'estate

Un’app. Niente più che un’app come ce ne sono a migliaia. Un’app lanciata, per altro, in estate. Quando l’attenzione per le novità tecnologiche è, normalmente, più bassa.
Invece, in poco meno di una settimana, Pokemon Go è diventato un fenomeno di massa, un tormentone a cui nessuno è riuscito a sottrarsi, che ha coinvolto i bambini, sicuramente, ma ancora di più i grandi. Tutti impazziti nel rintracciare i buffi mostriciattoli ben nascosti dentro al mondo che abitiamo ed esploriamo ogni giorno.
A cosa è dovuto tanto successo?
Cosa c’è di così diverso in questo gioco, che a quanto dicono i più, crea dipendenza, da altri lanciati finora sul mercato?
Beh, innanzitutto la costruzione di una perfetta campagna di marketing che è diventata virale non appena l’app è stata immessa sul mercato. Tra estimatori e detrattori, di Pokemon Go hanno parlato tutti, è diventato davvero un fenomeno, si sono sprecate battute e vignette, coinvolgendo anche personaggi noti.
Tutto questo, naturalmente, rimbalzato a gran voce sui media e sui social, ne ha decretato l’innegabile successo.
Ma c’è molto di più.

Questo è il primo gioco in cui realtà virtuale e realtà si integrano perfettamente. Il trionfo della Realtà Aumentata di cui tanto si parla e che, alla fine, ha preso il sopravvento.
Il gioco funziona così.
L’obiettivo è quello di rintracciare i simpatici mostricciatoli disseminati ovunque nelle città di tutto il mondo.
Attivando l’app, questa traccerà una mappa delle strade che il giocatore sta percorrendo (un po’ come fa Google Map). Quindi, non appena sarà in prossimità di un Pokemon, il telefono lo avviserà con una vibrazione.
A quel punto il giocatore dovrà rintracciare il Pokemon utilizzando le lenti della fotocamera e, una volta avvistato, catturarlo utilizzando le dita per lanciare le sfere Poke. Naturalmente, il Pokemon non scompare una volta catturato e rimane a disposizione di altri giocatori.

Già in sé l’idea è travolgente. Ed è evidente come tutto questo possa creare dipendenza. Perché i Pokemon potrebbero essere intorno a noi, nascosti veramente ovunque. E il fatto di perdere ore, una volta rintracciato il punto, per cercarli non è poi così strana.
Oltretutto, tra questi mostriciattoli, ce ne sono alcuni rari. Il cui possesso rappresenta davvero una fortuna.

A ogni modo la moda, scusate il gioco di parole, è stata lanciata.
A New York sembra che si siano create vere e proprie code infinite intorno a Central Park quando i giocatori sono stati avvisati della presenza di un Pokemon nel parco.
In Italia, staremo a vedere cosa succede.

Intanto basti sapere che il gioco è gratuito. Scaricabile direttamente dagli store.
Non si paga nulla ma alcuni gadget sono a pagamento. E chi vuole possederli deve comprarli.
E’ una modalità di gioco abbastanza tipica e che funziona. Dal momento che non sono pochi quelli disposti a spendere per migliorare le proprie prestazioni di gioco.

Per maggiori informazioni www.pokemon.com

Una chicca per gli appassionati: volete trovare un Pokemon a Milano? Uno lo hanno piazzato in una location particolarmente adatta: è La Borsa del Fumetto, in via Lecco 16 a Milano!

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