Prova costume 2019. H&M dice no ai corpi statuari

Le chiamano le modelle curvy per indicare le loro forme rotonde, piene laddove, invece, dovrebbero presentare degli spigoli, degli incavi, superfici concave e non convesse.
In realtà, molto più semplicemente, si tratta di donne bellissimi e ‘normali’, i cui corpi differiscono di poco da quelli delle migliaia di donne che ogni anno affollano le spiagge di tutto il mondo.
Donne rotonde, il cui addome presenta le tipiche maniglie dell’amore di chi ama la buona cucina e preferisce il divano alle estenuanti sedute in palestra; le cui cosce non sono scolpite e statuarie, ma normalmente caratterizzate dalla presenza di cellulite e pelle a buccia d’arancia; le cui braccia non sono sottili e flessuose, ma piene e morbide.
Donne come potremmo essere noi. Tutte noi.
Che ogni anno veniamo bombardate da consigli e suggerimenti per affrontare al meglio la prova costume. Che temiamo il confronto con le altre, ma soprattutto il confronto costante e continuo con i modelli che la moda, la pubblicità e il cinema vogliono imporci quotidianamente come punto di riferimento e termine di paragone.

La nuova campagna di H&M per il lancio dei costumi della collezione 2019 rompe gli schemi. È ‘disruptive’ nel momento in cui non si serve dell’eccezione, ma della regola per raccontare i nuovi modelli e un modo diverso di intendere la donna.
Le modelle scelte, infatti, non hanno nulla di divino, di irraggiungibile, di sconfinato.
Sono donne, bellissime, e normali, senza alcun timore di mettere in mostra e raccontare la loro normalità.
H&M compie una piccola rivoluzione (ed è tra i primi brand a farlo): si serve di ‘modelle curvi’ non per rivolgersi a un target di donne ‘curvy’, ma per parlare il linguaggio di tutte le donne di oggi.
La campagna approda sui social. Il post piace e diventa virale. Nel giro di pochissimo tempo tutti conoscono la nuova linea di costumi di H&M e nel giro di pochissimo tempo tantissime donne sentono di essere state chiamate in causa da H&M e si sentono parte del cambiamento di rotta dell’azienda stessa.

Un primo passo verso una nuova strada, fatta di normalità e non di eccezione, è stato fatto.
Agli altri brand (e a tutte noi) accettare la sfida. E porre finalmente fine al monopolio delle ragazze taglia 34, talvolta belle, talvolta meno, ma non comunque rappresentative della maggior parte della popolazione.

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