Ragazzi che Tivù!

Si è da poco conclusa a Milano la 2° edizione della rassegna Ragazzi che Tivù promossa da Corecom Lombardia il cui scopo è quello di mettere sotto la lente di ingrandimento lo stato dell’offerta della programmazione televisiva rivolta ai ragazzi.
L’obiettivo è quello di sondare e capire il ruolo che nel proprio lavoro di produzione hanno i processi di formazione delle giovani e giovanissime generazioni accanto alle responsabilità di coloro che ne gestiscono i processi di comunicazione.
A questo proposito, all’interno della rassegna, è stato organizzato un convegno-incontro dal titolo Stava la televisione davanti al bambino nell’ambito del quale si è cercato di arrivare, attraverso un confronto ampio e approfondito, alla definizione di cartone animato di qualità in modo tale da poter tracciare le linee guida di quella che sarà la futura produzione destinate alle prossime generazioni capace di tener conto delle loro esigenze e delle loro specificità culturali.

Nel frattempo, la Società Italiana di Pediatria, in collaborazione con Repubblica.it, ha lanciato un appello affinché le famiglie si impegnassero a spegnere, letteralmente, la televisione almeno per un giorno.
Lo scopo dell’iniziativa denominata Un giorno senza TV è quello di sensibilizzare i genitori sui rischi nascosti in quello che troppo spesso e troppo semplicisticamente viene considerato “un innocuo passatempo” e che, invece, il più delle volte, si configura come uno strumento capace di rubare ai bimbi la loro infanzia, sottraendo tempo al gioco, alla fantasia, alle chiacchiere, al confronto reale con gli altri.
L’attenzione della Società Italiana di Pediatria è, inoltre, puntata sull’influenza che la televisione esercita sui comportamenti alimentari negativi sottolineando come, anche nel nostro Paese, il tasso di bambini obesi sia esponenzialmente cresciuto negli ultimi anni e facendo notare come i piccoli maggiormente esposti al bombardamento pubblicitario tendano a mangiare più snack e merendine rispetto agli altri (a questo proposito interessante citare il dato riportato da Sip sulla presenza di spot e pubblicità sulle reti televisive nelle fasce protette. Secondo gli ultimi rilevamenti, infatti, nel secondo quadrimestre del 2008 su Italia Uno, la rete più vista dai piccoli, la percentuale di spot trasmessi è stata il 26,29% del tempo totale di trasmissione).

Quindi, se da un lato si dibatte per una televisione che sia veramente di qualità, dall’altro sta ai genitori evitare che la televisione diventi una sorta di baby sitter catodica, stimolando i figli a dedicarsi ad altre attività e imponendo orari e regole ben precise sia per quanto riguarda il tempo trascorso davanti alla TV sia per ciò che concerne i programmi da vedere o meno.

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