Realtà scolastiche: storie italiane
A pochi giorni dalla riapertura dell'anno scolastico, raccontiamo la storia della Scuola di Montegridolfo, primo esempio di struttura ecosostenibile, aperta con fondi pubblici e ora destinata alla chiusura.

A pochi giorni dalla riapertura dell'anno scolastico, raccontiamo la storia della Scuola di Montegridolfo, primo esempio di struttura ecosostenibile, aperta con fondi pubblici e ora destinata alla chiusura.
In una giornata di fine agosto, a pochi giorni dalla riapertura dell’anno scolastico, con le vacanze ormai agli sgoccioli e le famiglie sulla via del ritorno, decidiamo di raccontare la storia di questa scuola della provincia di Rimini, una delle prime in Italia ad avere una struttura ecosostenibile, realizzata con finanziamenti pubblici, perfettamente funzionante e destinata ora alla chiusura.
Quella di Montegridolfo è la prima scuola sostenibile della provincia di Rimini, un’innovativa struttura preassemblata in legno con l’utilizzo di impianti per sfruttare le fonti di energia rinnovabili come la geotermia per la produzione di calore e gli impianti fotovoltaici. La struttura sfrutta la pendenza collinare per la creazione di una corte interna e spazi di attività collettive all’aperto. Il progetto contempla anche una zona di fitodepurazione delle acque e una stazione per il compostaggio dei rifiuti.
Il plesso è rivolto a sud per favorire l’illuminazione naturale all’interno degli ambienti e la temperatura interna delle aule allo scopo di non disperdere energia e calore.
L’edificio sostenibile è stato inaugurato il 28 novembre 2009 e appartiene ai parametri energetici di Classe A.
Il primo stralcio di una scuola-villaggio che in futuro avrebbe dovuto comprendere, oltre alla scuola primaria, alla biblioteca e agli spazi espositivi anche la scuola dell’infanzia, la mensa e la palestra.
Il progetto Scuola elementare sostenibile del Comune di Montegridolfo nasce da una precisa volontà dell’Amministrazione comunale di sostenere, strutturalmente e culturalmente, l’attività educativo-formativa locale, attraverso la realizzazione di un nuovo edificio che complessivamente rispondesse a precisi requisiti funzionali e ambientali in termini di prestazioni.
Il concetto di sostenibilità ambientale e sociale viene, grazie alle prerogative del progetto stesso, applicato volutamente su larga scala coinvolgendo tutta la cittadinanza, attraverso un processo partecipato (forum scuola), alla definizione funzionale scolastica ed extra-scolastica della struttura. Il progetto utilizza un sistema che la Provincia di Rimini ha adottato chiamato SB 100 (Sustainable Building 100 azioni), strumento messo a punto da ANAB che consente di definire e valutare preventivamente le possibili caratteristiche di una costruzione individuando il mix di provvedimenti più opportuni per ottenere il livello di sostenibilità ambientale desiderato.
La definizione progettuale ha visto quindi anche il contributo, in termini funzionali, dei bambini, dei loro genitori, degli insegnanti e del personale non docente così da consentire a tutti di avanzare proposte sentendosi responsabilmente coinvolti nel processo di progettazione.
Quello della scuola di Montegridolfo può essere considerato come una sorta di progetto pilota che era stato in grado, proprio per la sua unicità, era riuscito a ottenere finanziamenti pubblici per un valore di un milione duecentomila euro.
La scuola è aperta e ospita al momento 40 alunni. A causa, però, dei tagli previsti dal Governo rischia la chiusura perché gli alunni frequentanti sono meno dei 50 previsti dalle nuove norme ministeriali. Anche se nel tentativo di mantenere la struttura aperta, si stanno organizzando corsi di varia natura, la situazione è problematica. E’ un progetto di bioarchitettura sociale che merita di vivere.
Un presidio di sostenibilità dal valore strategico e competitivo oggi dai più riconosciuto, diventa allora anche un presidio di attenzione sulla tematica legata al significato di “fare scuola” in questo inizio di millennio nelle piccole realtà comunali disseminate lungo lo stivale e dimostra quanto questo possa diventare problematico, quando non impossibile, in conseguenza delle scelte ministeriali compiuti da Mariastella Gelmini, laddove il tutto è ricondotto puramente ad aridi numeri.
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