Reggiseno imbottitio per bambine

Abercrombie & Fitch facesse dell’apparenza una virtù, non era un mistero, considerando il taglio aggressivo delle collezioni e dei negozi del brand, per la voglia di colpire e stupire “con effetti speciali”.

La nuova provocazione arrivata da questa giovane e rampante catena di abbigliamento, però, ha dimostrato non solo carenza di sobrietà, ma una vera e propria caduta di stile.

Non è sfuggito a nessuno, tra le proposte della collezione Primavera/Estate 2011, il bikini imbottito dedicato alle bambine di età compresa tra gli 8 e i 14 anni.

Tanti sono intervenuti a dire la loro opinione ma io vorrei esprimere il mio parere di mamma. Senza scomodare psicologi e pediatri, ho pensato subito che fosse una scelta quantomeno discutibile, se non altro perché si tratta di un altro, ennesimo tentativo di accorciare l’infanzia dei nostri bambini.

Questo è un argomento che mi sta a cuore non solo per i miei figli, ma per le contraddizioni che caratterizzano quello che dovrebbe essere il periodo più sereno e spensierato nella vita di un individuo.

I bambini, già dalla prima elementare, sono capaci di usare il computer, il cellulare, l’IPhone, l’IPod e tutto ciò che è tecnologico. Frequentano corsi sportivi, di musica, di lingue e, come gli adulti, escono di casa la mattino presto e rientrano di sera.

Poi, però, vorremmo far credere loro che Babbo Natale e la Befana esistono fino a quando hanno 10 anni, li teniamo lontani dal telegiornale per non turbarli ma assistono alle litigate dei “grandi” e sentono parole che non dovrebbero neppure conoscere.

Ci sono poi dati allarmanti che parlano di bimbi in età prescolare che sanno usare il mouse ma non sono capaci di andare in bicicletta, vincono ai videogames ma non sanno allacciarsi le scarpe. Sono bambini-non bambini che, nonostante le tecnologie, e nonostante la mancanza di tempo di noi genitori, dovrebbero passare più tempo al parco giochi e meno davanti allo schermo, qualunque esso sia.

In questa confusione, i ruoli non sono più delineati, quando, invece, dovrebbero esserlo e non bisognerebbe nascondersi dietro la frase :”I bambini di oggi sono più svegli”. Forse lo sono anche, ma rimangono, comunque, bambini.

Questo “quadretto” è minacciato ulteriormente dai messaggi che arrivano dalla televisione, dove ragazze sempre più giovani ammiccano davanti alla telecamera, e da un push-up in vendita per bambine e preadolescenti.

Cosa comporta farne indossare uno a una bimba di 8 anni? Il messaggio che ne deriverebbe sarebbe pericoloso, perché la farebbe diventare oggetto sessuale quando ancora non ha né le forme né la consapevolezza per esserlo.

Cosa ne sanno, le bambine di quell’età, di cosa significa essere sexy? Niente, grazie al cielo, perché a 8 anni sono altri i pensieri che frullano nella loro testa e non hanno nulla di malizioso.

Per non parlare dell’età sempre più bassa di ragazze che desiderano sottoporsi alla chirurgia plastica per aumentare il seno di una taglia! Il bikini imbottito potrebbe diventare un ennesimo pretesto per voler accentuare le proprie forme, per apparire più grandi di ciò che si è veramente, senza capire davvero ciò che comporterebbe.

Insomma, non ci vuole un medico per capire che mettere sul mercato un indumento simile è rischioso e fuorviante. Io non credo che, per uscire dall’occhio del ciclone, Abercrombie deciderà di ritirarlo dal commercio. Sta a noi, mamme e papà, usare il buonsenso e trattare le nostre figlie da bambine, finché lo sono.

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