Tradizioni di Natale: dall'Islanda Jolabokaflod

La neve che cade, il caminetto che scoppietta, le luci dell’albero accese, un bicchiere di vino o una tazza di cioccolata calda e un buon libro da leggere. Quale modo migliore di trascorrere la Vigilia di Natale e il 25 dicembre?
Gli Islandesi non hanno dubbi. Per loro questi giorni sono associati soprattutto alla lettura, al relax tra le mura di casa, a un tempo da far scorrere con calma.

Letteralmente Jólabókaflód significa alluvione (flód) di libri (bóka) per Natale (Jóla).
È una tradizione tutta islandese che risale alla seconda guerra mondiale quando le restrizioni sulle importazioni e l’accesso ristretto ai beni di consumo da parte della popolazione fece del libro (la carta, al contrario, si commercializzava liberamente nel Paese) il regalo perfetto (e unico) delle festività natalizie.
L’usanza è rimasta e ancora oggi per gli islandesi Vigilia di Natale e Natale significano, soprattutto, tempo trascorso nell’intimità e al caldo della propria casa a leggere un buon libro ricevuto in dono, appunto, in occasione delle feste.

La tradizione dello Jólabókaflód inizia a novembre, quando ogni islandese riceve il Bókatídindi nella sua cassetta postale. Si tratta di un catalogo che sintetizza tutte le nuove pubblicazioni dell’Associazione degli editori islandesi da cui attingere a piene mani per trovare ispirazione per i propri regali.
Da settembre a dicembre, poi, tutte le librerie del Paese straripano di nuovi titoli proprio perché tutti sanno che a Natale saranno venduti e regalati centinaia di libri.
D’altra parte i numeri parlano chiaro: l’Islanda è il Paese in cui si pubblicano più libri al mondo per abitante (cinque per mille) e non è un caso che nel 2011 l’Unesco definì Reykjavik città di lettori.

La tradizione, infine, vuole che i libri siano rigorosamente di carta, da sfogliare e assaporare (godendone il profumo) e che la lettura inizi già la notte della Vigilia dopo aver scartato i doni.

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