Una rete per bambini plusdotati

Dotati di competenze e capacità superiori ai coetanei, i bambini plusdotati possono mostrare difficoltà a uniformarsi ai canoni della scuola e, non vedendo riconosciute le loro abilità, possono sviluppare comportamenti che compromettono il benessere proprio e di chi sta loro accanto. Nei casi più gravi, il rischio per quelli più ‘incompresi’ è anche quello della medicalizzazione tramite potenti psicofarmaci.

Proprio per ovviare a questo problema e aiutare questi bambini a trovare una loro collocazione in ambito scolastico, nell’ultimo anno si è svolta un’intensa collaborazione tra diverse organizzazioni senza fini di lucro impegnate sul tema della plusdotazione e del ‘diritto alla diversità’ dei più piccoli, anche al fine di facilitare la nascita di una rete nazionale e internazionale di coordinamento su questo argomento.

Frutto di questo impegno, è la nascita della Rete Ulisse, che, terminato il periodo di incubazione, ha organizzato per il 4 febbraio una presentazione pubblica presso l’Università Bocconi di Milano con un seminario a tema.

LA RETE ULISSE E UN SEMINARIO SULL’ARGOMENTO

Il seminario, che sarà l’occasione ufficiale per la presentazione del corso di formazione biennale sulla plusdotazione dedicato agli insegnanti organizzato dall’AISTAP e supervisionato dall’Università di Nijmegen (Olanda), si pone l’obiettivo di sensibilizzare sulle tematiche del talento e della plusdotazione tutti coloro che, a diverso titolo, sono interessati a questo tema, illustrando anche le attività di ricerca e intervento su aspetti a esso legati e promuovendo la produzione di materiale specifico dedicato agli insegnanti, ai genitori e alle figure professionali che seguono lo sviluppo del bambino.

I PROBLEMI DEI BAMBINI PLUSDOTATI

I bambini plusdotati manifestano difficoltà scolastiche, emotive e relazionali diversificate. Alcuni di loro rischiano addirittura di uscire dal sistema scolastico dal momento che non riescono a ottenere i risultati normalmente attesi dalla scuola stessa.

La maggior parte presenta problemi relazionali coi coetanei coi quali non riescono a entrare in sintonia. Insegnanti e genitori poco attenti, infine, possono non comprendere le particolari abilità di questi bimbi, bollando per negative quelle che, al contrario, sono risorse positive.

Questo può generare in questi bambini comportamenti oppositivi, di irritabilità e di ansia, che possono essere erroneamente classificati come sintomi di iperattività, troppo frequentemente affrontati con visite psichiatriche e trattate con psicofarmaci.

Ecco perché è fondamentale sensibilizzare gli operatori scolastici e le famiglie sul problema in modo tale che imparino, innanzitutto, a riconoscerlo. E in secondo luogo ad affrontarlo nel modo corretto.

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