Virus H1N1: il punto della situazione
Facciamo il punto sul virus influenzale H1N1 dopo le polemiche degli ultimi giorni e i casi che hanno allarmato l’Inghilterra. Seguendo le indicazioni del Ministero della Salute.

Facciamo il punto sul virus influenzale H1N1 dopo le polemiche degli ultimi giorni e i casi che hanno allarmato l’Inghilterra. Seguendo le indicazioni del Ministero della Salute.
IL VIRUS A H1N1: I SINTOMI
La nuova influenza AH1N1 è un virus di derivazione suina trasmissibile da persona a persona che colpisce in particolar modo l’apparato respiratorio.
I sintomi sono molto simili a quelli della comune influenza: febbre a esordio rapido, sonnolenza, perdita d’appetito, tosse. Talvolta anche mal di gola, nausea, vomito, diarrea.
IL VIRUS A H1N1: IL CONTAGIO
Sebbene i primi casi di AH1N1 verificatisi in Messico (è da qui che il virus è partito intorno alla metà di aprile) fossero dovuti al contatto diretto tra l’uomo e il maiale (da cui febbre suina), il virus si è presto modificato divenendo trasmissibile anche da persona a persona. L’influenza, quindi, non viene trasmessa attraverso il cibo (per altro, nessun caso di H1N1 si è verificato a causa del consumo di carni suine cotte o derivati della carne suina), ma per via aerea attraverso le goccioline di saliva di chi tossisce o sternutisce o per via indiretta attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Ecco perché, per evitare il contagio, è buona norma lavarsi spesso le mani e sempre prima di mangiare.
Per quanto riguarda, invece, il periodo di contagio della malattia, una persona si ritiene contagiosa dal giorno che precede la comparsa dei primi sintomi e per 7 giorni dall’inizio della sintomatologia. I bambini molto piccoli, potenzialmente, possono diffondere il virus per un periodo di tempo molto più lungo.
IL VIRUS A H1N1: LA CURA
Il virus H1N1 viene per il momento curato, tranne che per i casi più gravi, con comunissimi farmaci antivirali e, per l’esattezza, con il Tamiflu prodotto dalla casa farmaceutica Roche e con Relenza della GlazoSmithKline.
Per ciò che concerne la prevenzione, il metodo più sicuro rimane, comunque, il vaccino anche se per il momento non sembra ancora essere pronto.
A questo proposito, è fresca la notizia trasmessa dal Ministro Sacconi secondo cui a gennaio 2010 saranno circa 15 milioni gli italiani che verranno sottoposti alla vaccinazione mentre già a partire dalla fine del 2009 saranno sottoposti alla profilassi le categorie maggiormente a rischio e i lavoratori dei settori sensibili.
IL VIRUS A H1N1: MA È DAVVERO COSÍ PERICOLOSO?
La risposta a questa domanda è no. No continuano a ripetere gli esperti. No dice l’OMS. No rassicurano politici e governanti di tutto il mondo. Ma allora perché tanto parlare di questo virus? Perché le compagnie britanniche inglesi British Airways e Virgin hanno deciso di impedire la partenza a chi dovesse mostrare i segni dell’influenza?
L’H1N1, per il momento, è un semplice virus influenzale come tanti. L’OMS, che ritiene la pandemia da virus A(H1N1) di gravità moderata, ha riscontrato che molte delle persone che in questi mesi hanno contratto il virus sono guarite senza neppure far uso di terapia farmacologica. Inoltre, i sistemi sanitari dei paesi colpiti (Messico, USA, Gran Bretagna, Giappone) sono riusciti, per il momento, a far fronte all’emergenza sanitaria.
I casi di morte finora registrati sono dovuti al peggioramento di patologie croniche pre-esistenti.
Il rischio, caso mai, potrebbe verificarsi nel caso in cui il virus dovesse nuovamente mutare, diventando più aggressivo e resistente ai farmaci antivirali. Nel qual caso, però, non è detto che il vaccino possa rappresentare una soluzione al problema dal momento che i colossi della farmacia che da tutto ciò stanno incassando miliardi (per approfondire l’argomento cliccate qui) stanno al momento lavorando a un tipo di antigene studiato per questo specifico virus e non per un virus mutato.
IL VIRUS A H1N1: I VIAGGI
Dopo che la notizia del diffondersi di un nuovo virus ha fatto crollare, con grande gioia degli operatori turistici, il turismo diretto verso il Messico nei mesi di aprile e maggio (per poi scoprire che focolai del virus erano presenti a New York, Texas, Londra….), l’OMS adesso rassicura i viaggiatori: nessun pericolo per coloro che stanno per partire alla volta di uno dei Paesi considerati a rischio (tant’è che le frontiere non sono state chiuse). La prudenza, quindi, è consigliata solo alle persone considerate a rischio (persone affette da diabete, tumore o altre malattie croniche o donne in gravidanza).
Ovviamente, per evitare il contagio i consigli sono quelli di sempre: igiene, evitare i luoghi eccessivamente affollati, aerare a lungo le stanze in cui si soggiorna e, in caso di febbre, evitare i luoghi pubblici e rivolgersi a un medico per la diagnosi.
Per saperne di più www.ministerosalute.it.
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