Virus Zika. Cosa c'é da sapere

Di virus Zika in Europa non si era di fatto quasi mai sentito parlare fino a quando Margarita Guevara, ministro della Sanità pubblica ecuadoriano, confermando 17 casi nel suo Paese e spiegando che la malattia trasmessa dalla zanzara si sta diffondendo in tutta l’America Latina e nei Caraibi, ha consigliato alle donne che intendono avere un bambino di ritardare la decisione di una gravidanza, in quanto il virus potrebbe essere la causa di microcefalia nei feti. La stessa cosa era successa in Colombia e ne El Salvador.
A metà gennaio, i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti hanno suggerito alle donne incinte di non andare nei paesi in cui ci sono focolai d’infezione.
Questi ultimi hanno iniziato a diventare un problema allarmante a ottobre, quando il virus Zika si è diffuso in ben 17 Paesi del Sud America.
Di cosa si tratta?

La storia del virus, che viene trasmesso dalle zanzare Aedes aegypti, la stessa della febbre gialla e della dengue, è relativamente recente. E’ stato isolato subito dopo la guerra in Uganda dove, però, non ha mai causato grosse epidemie, ma solo piccoli focolai subito circoscritte. Arrivato in Brasile, invece, ha contagiato circa un milione e mezzo di persone ed è stato ritenuto responsabile del numero crescente di neonati microcefali registrati nel Paese.
Identificare il virus non è semplice. I sintomi, che si possono riconoscere solo durante la fase infettiva che dura, però, pochi giorni, si confondono con quelli di altre patologie, per esempio la febbre gialla o la dengue.
In sé, il contagio non rappresenta un grosso pericolo. Una persona su quattro contagiata è asintomatica. Per le altre, febbre lieve, congiuntivite, eruzioni cutanee, mal di testa, dolori articolari. Il tutto si risolve nel giro di 7/10 giorni. Generalmente, senza ripescussione alcuna.

Diversa, invece, la situazione per le donne incinta e per i neonati. In particolare per le prime, il virus Zika risulta particolarmente pericoloso. E’ stato dimostrato, infatti, che il virus passa, attraverso la placenta, dalla madre al figlio, con conseguenze gravi per la salute del feto che potrebbe nascere con patologie gravissime, per esempio la sindrome di Guillan-Barré che provoca paralisi progressiva – e microcefalia.

Non esiste una profilassi medica preventiva. Non esiste un vaccino.
Le precauzioni, quindi, sono quelle dettate dal buon senso:

  • Evitare, se possibile, di viaggiare nelle zone a rischio durante i mesi di gravidanza
  • Utilizzare antirepellenti adeguati per prevenire la puntura di zanzare
  • Dormire sempre con la zanzariera
  • Per quanto possibile, coprire gambe, braccia e le zone più a rischio di punture quando si è in giro

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