Tumore al seno. Guarire si può! - Donna - Bambinopoli







Tumore al seno. Guarire si può.

Considerato tra i tumori il big killer delle donne, il tumore al seno può essere prevenuto e sconfitto grazie a tecnologie diagnostiche in grado di individuare lesioni tumorali millimetriche in fase iniziale. Ottobre è il mese rosa della prevenzione con visite senologiche e controlli diagnostici in 397 punti prevenzione o ambulatori LILT.

Tumore al seno. Guarire si può.



Il tumore alla mammella è considerato tra i tumori il big killer delle donne, con un’incidenza pari al 29% del totale (seguito dal tumore al colon-retto 14%, al polmone 6%, al corpo dell’utero e alla tiroide rispettivamente al 5%). Nonostante i numeri elevati – ogni anno i casi di tumore al seno sono circa 45000 – e il fatto che si sia abbassata l’età media delle donne colpite con un incremento del 30% tra le giovani con un’età compresa tra i 25 e i 45 anni, il tasso di guarigione si è a oggi attestato intorno all’85% grazie, soprattutto, alle campagne di prevenzione, diagnosi precoce, visite senologiche ed esami specialistici.
Gli esperti, però, sono convinti che questa percentuale potrebbe salire ulteriormente, arrivando fino alla quasi totalità dei casi, se soltanto tutte le donne si sottoponessero a controlli regolari che permetterebbero di individuare eventuali formazioni cancerose sin dalle primissime fasi. Ecco perché ogni anno per tutto il mese di ottobre la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori insieme a Estée Lauder Companies promuove la campagna Nastro Rosa finalizzata a sconfiggere definitivamente il tumore al seno attraverso la prevenzione, attivando, tra le altre cose, 397 Punti Prevenzione o ambulatori LILT in cui effettuare esami di diagnosi precoce e controlli.


TUMORE AL SENO: DI COSA SI TRATTA
Il tumore al seno colpisce, in Italia, una donna su nove, con una percentuale di guarigione che si attesta intorno al 85%. I tipi più frequenti di carcinoma mammario sono rappresentati da carcinoma duttale originato dalle cellule dei dotti (circa il 70% dei casi) e carcinoma lobulare originato dalle cellule dei lobuli mammari.

La distinzione più importante, però, è tra carcinoma invasivo con cellule tumorali che hanno superato la parte dei dotti o dei lobuli mammari e sono penetrate nei vasi linfatici e sanguigni presenti nel tessuto connettivo di sostegno e che, potenzialmente, possono dare vita a metastasi, e carcinoma in situ, confinato all’interno dei dotti o dei lobuli mammari e incapace di sviluppare metastasi (i tumori in situ, proprio per questo motivo, in genere non vengono trattati con chemioterapia).
Tra i parametri presi in considerazione durante l’esame del carcinoma, ne esistono alcuni che consentono di stabilire il grado di pericolosità del tumore stesso e il tipo di terapia più indicata per il carcinoma in questione. Tra questi:
  • il grado di differenziazione cellulare (grading) che indica quanto la cellula tumorale assomiglia alla controparte sana. Un tumore ben differenziato (G1) ha una prognosi migliore di uno scarsamente differenziato (G4).
  • L’indice di proliferazione che indica la percentuale di cellule tumorali attive, cioè in crescita, in quel determinato tumore. Più è elevato tale indice, maggiore è la velocità di crescita del tumore.
  • La presenza di HER2, una proteina presente sulle cellule tumorali che ne regola la crescita e contro la quale sono state messe a punto terapie mirate. Più è alto il valore dell’HER2, maggiore è l’indice di aggressività della malattia.
  • La presenza di recettori per gli ormoni estrogeni e progesterone, considerata un elemento che rende più favorevole la prognosi. La maggior parte dei tumori in cui è segnalata la presenza di questi recettori vengono trattati con farmaci che interferiscono sulla produzione o azione ormonale.



PERCHÉ È IMPORTANTE UNA DIAGNOSI PRECOCE
Esami di screening e avanzate tecnologie diagnostiche hanno permesso di individuare precocemente lesioni che non indicano ancora la presenza di un carcinoma, ma una iniziale alterazione delle cellule mammarie, alterazioni patologiche che non necessariamente daranno vita a un tumore, ma che potrebbero potenzialmente farlo. Queste lesioni sono facilmente individuabili con una mammografia e appaiono come calcificazioni o lesioni non individuabili, comunque, con una semplice visita al seno e che richiedono, comunque, ulteriori approfondimenti diagnostici (generalmente una biopsia) e, comunque, un ravvicinato monitoraggio nel tempo.
Presi nelle loro fasi iniziali, i tumori alla mammella possono essere curati con terapie meno aggressive o invasive e maggiori possibilità di guarigione.

QUANDO EFFETTUARE VISITE E CONTROLLI
Tutte le donne, a prescindere dall’età, dalla familiarità a contrarre tumori, dai fattori di rischio più o meno modificabili, dovrebbero sottoporsi a visite e controlli al seno almeno una volta all’anno (alla visita senologica andrebbe affiancata anche un’ecografia). Dopo i 40 anni, poi, sarebbe consigliato effettuare almeno una volta l’anno una mammografia, un esame diagnostico non invasivo che consente diagnosi precoci e guarigioni praticamente certe.
Alcuni sintomi, però, non dovrebbero assolutamente essere sottovalutati e dovrebbero immediatamente condurre la donna da uno specialista:

  • presenza di noduli, individuabili tramite l’autopalpazione, più o meno dolorosi.
  • Retrazione delle pelle
  • Arrossamenti localizzati o diffusi
  • Retrazione o cambiamento del capezzolo
  • Secrezione dal capezzolo
  • Comparsa di un nodulo in sede ascellare

Va ricordato, comunque, che in pochissimi casi il tumore alla mammella provoca dolore e che nessuno di questi sintomi è identificabile per certo, senza un esame approfondito, con la presenza di un tumore o cellule cancerogene. Ecco perché è fondamentale sottoporsi a esami specifici in modo abituale.

Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. L'appuntamento, giunto ormai alla XXII edizione, prevede, tra le varie iniziative e manifestazione, la raccolta fondi, la necessità di sensibilizzare la popolazione, non solo femminile, sull'argomento, anche la possibilità di sottoporsi a controlli e visite specialistiche presso i 397 punti di prevenzione o ambulatori LILT distribuiti nelle 106 Sezioni Provinciali della Lega Italiana per la lotto contro i tumori. Prevenire è facile. Ed è una prova di amore verso se stessi.
Per maggiori informazioni www.nastrorosa.it. Oppure consultate il sito della LILT www.lilt.it

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