10 cose da sapere per crescere un figlio bilingue
Indipendentemente dalle lingue parlate e conosciute i bambini bilingue o multilingue hanno capacità e competenze che i loro coetanei monolingua non hanno. Ecco perché è importante, quando possibile, farli crescere in un ambiente plurilinguistico.
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di Alessia Altavilla UNA NOTA
Sebbene i bambini abbiano una predisposizione naturale per l'apprendimento linguistico, la comprensione e la conoscenza di una seconda o terza lingua non avviene per magia o, semplicemente, esponendo il piccolo all'ascolto passivo della lingua stessa. L'idea che i bambini siano spugne e assimilino qualsiasi cosa non è vera.
Per crescere un bambino che sia veramente bilingue occorre un piano: quanto approfondita deve essere la sua conoscenza della lingua? Deve sapere anche leggere e scrivere (questo problema si pone soprattutto per le lingua che prevedono un alfabeto diverso)? Chi in famiglia parla una lingua e chi l'altra? In che occasioni? Una pianificazione renderà il lavoro più strutturato.
Una volta stabilito un piano, è fondamentale stabilire l'impegno che si vuole dedicare per il raggiungimento dello scopo. Naturalmente, è possibilie crescere figli bilingue semplicemente esponendoli in modo regolare a una commistione delle lingue parlate dai genitori, ma la consistenza è fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo. il rischio, infatti, è che a un certo punto il bambino possa scegliere come primaria una delle due lingue, utilizzando l'altra come lingua secondaria.
Non è una legge e dipende dal tipo di esposizione e dalla lingua stessa, ma sembrerebbe che per crescere figli perfettamente bilingue sia necessario esporli alla seconda lingua almeno il 30% del loro tempo di veglia.
Per crescere figli bilingue è necessario mettere in conto l'investimento di parecchio tempo durante il quale il bambino dovrà essere esposto alla seconda lingua, parlata, letta, ascoltata dal genitore. In alcuni casi, per un bilinguismo perfetto, potrebbe rendersi necessario un piccolo investimento economico per permettere al piccolo di frequentare corsi specializzati di linguistica e grammatica.
Non sempre i genitori che scelgono di crescere figli bilingue sono ben visti. Le critiche sono tante e possono arrivare dagli ambienti più disparati (famiglia, scuola, amici). Soprattutto se il bambino presenta un qualche tipo di difficoltà (tarda a parlare, sembra avere più problemi dei coetanei...), questo potrebbe essere attribuito allo stress per lo sforzo di dover apprendere due lingue. La cosa migliore da fare in questi casi è ignorare i commenti. I bambini bilingue hanno chance e potenzialità che i loro coetanei ignorano. Occorre solo del tempo perché possano emergere.
Capita spesso che i bambini bilingue inizino a usare con il genitore che parla la lingua minoritaria (quella non parlata nel Paese di residenza), la 'lingua sbagliata'. Succede ed è normale. La cosa importante in questi casi è non arrendersi, continuare a mantenere elevata la consistenza della seconda lingua ed, eventualmente, aumentare il tempo di esposizione alla lingua stessa.
I genitori che scelgono di crescere figli bilingue si trovano spesso ad affrontare il dubbio di aver fatto la cosa giusta. La risposta è sempre e comunque sì. I bambini bilingue hanno competenze e capacità che i loro coetanei non possiedono e che, alla lunga, emergeranno in modo dirompente e potranno essere utilizzate in diversi campi del sapere e dell'apprendimento.
Il consiglio generale, una volta intrapresa la strada del bilinguismo, è di non avere rammarichi, non mollare, non tornare indietro. Il bilinguismo è un'opportunità e un'occasione, non una prigione da cui scegliere, a un certo punto, di liberarsi.
I genitori che crescono figli bilingue superano diverse difficoltà e, in un certo senso, devono fare un lavoro doppio rispetto agli altri. Ma l'orgoglio di sentire il proprio bambino parlare perfettamente la lingua di una parte della famiglia è decisamente impagabile.
Si è convinti che per crescere un bimbo bilingue è necessario che la lingua madre dei genitori sia quella insegnata al piccolo. Ovviamente questo facilita le cose. L'affermaizone, però, non è del tutto vera. Si può scegliere di far diventare bilingue il bambino anche insegnandogli una lingua che non è la propria. Lo sforzo, naturalmente, in questo caso sarà notevole da parte del genitore impegnato a parlare una lingua che non gli appartiene. I risultati, però, sono i medesimi.
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Commento inserito da Alberto il 5 settembre 2017 alle ore 09:14
Per noi e' tre volte difficile perche' viviamo una situazione trilingue.
Io sono italiano e parlo in Italiano a nostro figlio, mia moglie e' cinese e parla al nostro piccolo in cinese, entrambi parliamo inglese fluente poiche' non padroneggiamo le rispettive lingue madri..
Commento inserito da Daniela il 5 agosto 2016 alle ore 00:44
Ma iniziare a 4 anni credete sia troppo tardi??