Autostima
L'autostima ha a che fare con l'identità e il rapporto con gli anni e si costruisce nei primi anni di vita.
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di Alessia Altavilla L'autostima è la consapevolezza che un bambino ha (o non ha) del proprio valore agli occhi del mondo che lo circonda (genitori, parenti, insegnanti…). Autostima: si coltiva da piccoli… Psicologia in pillole: quattro consigli pratici
La si costruisce, passo dopo passo, sin dai primi giorni di vita del piccolo e ha a che fare, in gran parte, con il rapporto che i genitori riescono a instaurare con lui, con la loro capacità di infondergli, ancora neonato, sicurezza e fiducia in se stesso e negli altri. Non si tratta, quindi, di una componente genetica che i bimbi ricevono per via ereditaria. Dipende, invece, dal vissuto di mamma e papà, dal loro trascorso, che potrebbe renderli, senza che ne abbiano consapevolezza, ansiosi, irritabili, iperprotettivi… e che potrebbe influenzare, sempre inconsciamente, il modo in cui si prendono cura del piccino, dove per prendersi cura intendiamo proprio i gesti (cambiargli il pannolino, allattarlo, lavarlo, coccolarlo…) che fanno parte della vita quotidiana di un bebè.
L'autostima, infatti, ha nel confronto con gli altri il suo campo di battaglia e l'esterno è per il bimbo lo specchio in cui riflettersi. La componente sociale gioca, in questo caso, un ruolo determinante mentre i rapporti con la famiglia ne sono il motore trainante. Pensare che un bambino sia, per natura, sicuro o no di sé, fiducioso o meno nelle sue possibilità, significa non considerare che i genitori abbiano un ruolo determinante nell'instaurare un rapporto con il proprio figlio, in grado di valorizzarlo e aiutarlo a crescere sano e forte.
Affinché un figlio acquisisca fiducia nelle sue possibilità è indispensabile che mamma e papà per primi prendano coscienza del fatto che il bambino non è un loro prolungamento e si interroghino su quale sia stato il loro passato (che infanzia hanno avuto, come sono stati i loro genitori, da quali insicurezza sono mossi…). Quest'indagine nei meandri del proprio vissuto è il primo passo da compiere per non affossare il bimbo con il peso di aspettative troppo rigide e dettate da motivazioni che, in realtà, non lo riguardano.
Spesso, infatti, capita che genitori insicuri e insoddisfatti di sé scarichino sul piccino le loro frustrazioni proiettando su di lui quelle che, in realtà, sono debolezze loro. In questo modo lo schiacciano, senza rendersene conto, e non gli danno la possibilità di sbagliare. Nello stesso modo, genitori che da piccoli hanno ricevuto poco valore sono più portati a trasmettere al bambino scarsa stima di sé e delle sue capacità, divenendo, inconsapevolmente, la causa principale della sua insicurezza e della sua perdita di fiducia. Queste caratteristiche comportamentali che si affermano nella prima infanzia (è entro i 6 anni, infatti, che la personalità si costruisce e si forma), potrebbero sfociare verso i 12, anni con il risveglio che segue al cosiddetto periodo di latenza, nei problemi e nei disturbi dell'adolescenza. Un bambino privo di autostima, che non crede nelle sue potenzialità, potrebbe diventare un adulto depresso, incapace di adeguarsi alle regole della società e di realizzarsi come persona, desideroso solo di farsi del male e di fare del male a coloro che lo circondano.
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Commento inserito da Keila il 14 giugno 2020 alle ore 14:58
Ciao sono mamma di un bambino di 6 anni che sono molto preoccupata perché quando va dai nonni tira la roba spruzza acqua tutti è voglie fare tutto quello che vole la nonna sempre si intromette in tutto non si li può dire niente che lei sempre deve dire il suo non so come fare perche sono respetuosa però lei è mia suocera non mi sembra tanto respetuosa grazie
Commento inserito da aronne il 29 dicembre 2017 alle ore 23:17
ma perché non scrivere in italiano corretto?
Commento inserito da Mariarca il 23 marzo 2017 alle ore 14:20
Ho una bimba di 8anni che è timida l'ho scritta in vari sport o addirittura corsi di arte poike a lei piace incollare creare ritagliare ,e a qst corso di arte ce anke una sua amichetta che nn vuole più andare e di conseguenza mia figlia lo stessoma solo xke nn va la michetta.xke so ke a lei gli piace il corso.come devo fare x fargli capire che da sola può dare tanto ?
Commento inserito da il 26 luglio 2016 alle ore 14:55
Questo articolo lo faccio leggere al mio compagno nonché padre di nostra figlia di 30 mesi...deve capire che non esiste solo l'educazione militare che conosce lui
Commento inserito da Dina il 25 luglio 2016 alle ore 21:37
Io ho fatto un figlio con un uomo con altri 2 figli di cui uno con problemi di lieve autismo e ritardo e ora siamo in crisi perché per me devono esistere tempo per tutti: per stare tutti insieme, solo con i suoi figli e solo con nostro figlio soprattutto in estate. Ma lui fa fatica a capire e mi fa sentire come se io non voglio i suoi figli e non è così ma loro hanno 2 famiglie. Io non ci capisco più niente, equilibri complessi che tardano a crearsi soprattutto dentro di me, mamma adulta.
Commento inserito da Nanou il 19 luglio 2016 alle ore 12:38
A dire il vero il commento su mamme e papa che lavorano sono lo specchio della nostra società .
Che ne sai mamma (sono una madre/nonna che lavora ancora), lo dicono anche gli psicologi!
I genitori di oggi che lavorano si fanno scudo dei vostri commenti sulla qualità dell'investimento più che sulla quantità di ore investite, di ore da trascorrere con i loro figli. I bambini stanno bene: hanno la tata, il nido, l'asilo, le telefonate, tanti giochi, la casa al mare e anche le nonne un paio di pomeriggi alla settimana. La sera sempre più tardi ci sono anche papa e mamma sereni, rilassati, curati..., che concedono un po' del loro pregiatissimo tempo.
Che persone saranno questi bambini domani non lo sanno neanche gli psicologi?
Commento inserito da carmen il 3 aprile 2016 alle ore 20:38
salve, mio figlio ha 6anni e spesso i suoi ammiccherai in particolare due che frequentiamo anche fuori casa, gli fanno i dispetti lui piuttosto che ignorarli li prega per giocare o altro e oggi al sentirsi dire l'ennesimo no e' scoppiato a piangere dicendomi che la vita e' brutta e lui vuole morire e vuole raggiungere la sua nonna in cielo, io sono sconvolta da queste parole e non so' come aiutarlo????
Commento inserito da Danilo il 29 ottobre 2015 alle ore 11:13
La mamma è sempre stanca (anche ingiustificatamente) e la piccola piange sempre quando sta con la mamma. Sono sconfortato e non so più che fare capire alla mamma che deve riprendersi da questo suo stato ansioso, nervoso e irascibile. Appena può molla la bambina ad un'amica o parente e scappa a fare commissioni sempre urgentissime!!!!
Commento inserito da carla il 23 marzo 2014 alle ore 08:21
i bambini sono sensibili e allora spetta ai genitori a starli affianco
Commento inserito da Angelina il 22 marzo 2014 alle ore 08:46
Il mio bimbo è sensibile e socievole,avvolte pretendo troppp da lui anche di essere comprensivo nei confronti di bambini della sua stessa età di 5 anni,con questo credo di avergli creato insicurezza e una leggera difficoltà nel parlare.Come posso aiutarlo?
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