Chi ha paura del primo giorno di scuola?
I primi giorni di scuola, per i bambini che si trovano a dover affrontare un nuovo ciclo scolastico, possono essere piuttosto duri. I bimbo, infatti, viene a contatto con facce e situazioni nuove che potrebbero metterlo in difficoltà.
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di Alessia Altavilla
Se facciamo un balzo indietro con la memoria, probabilmente, ricorderemo quanta paura ci hanno fatto gli inizi: il primo giorno alla Scuola Materna, il primo giorno in prima elementare, il passaggio alla Scuola Media.
A intimorirci non erano soltanto l'incognita delle nuove sfide che saremmo stati chiamati ad affrontare, ma soprattutto il timore di dover entrare in relazione con persone nuove, facce mai viste, nuovi amici.
A subire particolarmente la pressione dell'inizio sono i bambini più timidi e riservati, quelli per i quali stringere nuove amicizie, creare relazioni non riesce naturale e si sentono spesso fuori luogo o incapaci di interagire con gli altri.
Come aiutarli?
Come sempre in queste cose non esiste una formula. La comprensione dello stato d'animo e l'accettazione serena delle paure del piccolo sono un primo passo per non aggiungere stress a una situazione già di suo piuttosto stressante.
È fondamentale, in questa fase, che mamma e papà siano accoglienti, pronti ad ascoltare e rassicurare (anche semplicemente con un abbraccio), ma non particolarmente insistenti.
Continuare a chiedere al bimbo come sono i muovi compagni, con chi ha parlato o giocato, cosa ha fatto durante il giorno potrebbe, infatti, essere controproducente. Meglio lasciare che sia il bambino, se ha voglia, racconti le sue esperienze facendogli, però, chiaramente capire la vostra disponibilità all'ascolto.
Le amicizie dei piccoli, poi, all'inizio come nel corso degli anni, non vanno in nessun modo pilotate o indirizzate. Ogni bambino ha il diritto di scegliersi gli amici come meglio crede, partendo da quelle che sono le sue preferenze e non quelle di mamma e papà. Soprattutto in ambito scolastico, a meno che ci siano problematiche concrete e gravi per le quali una compagnia sarebbe da evitare, i genitori devono imparare a rimanere in secondo piano, accettando qualunque scelta decida di fare il proprio figlio.
Stessa cosa dicasi per eventuali litigi, incomprensioni, malumori. Gli adulti difficilmente riescono a entrare davvero in sintonia con i bambini per comprendere cosa possa essere successo e adottare la tattica delle difese dell'uno o dell'altro è assolutamente sbagliato: i bimbi devono imparare a gestirsela da soli, allontanando i compagni con i quali comprendono di non avere affinità e trascorrendo il loro tempo con quelli con i quali si sentono più a loro agio.
Quello che le famiglie possono fare, invece, è favorire gli incontri tra compagni anche al di fuori dell'ambito scolastico e questo, soprattutto, nei primi giorni di scuola quando è importante che i legami si creino e le relazioni si stringano.
Si, quindi, ai pomeriggi al parco, ai weekend fuori porta tutti assieme, agli inviti a casa a giocare o cenare. E si anche, solo laddove la cosa avvenga in modo naturale e senza forzature, alle amicizie tra genitori dei compagni dei propri figli, che semplificano la frequentazione dei bambini anche al di fuori dell'ambiente scuola.
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