L' accettazione del distacco
Uno dei più difficili, complessi ma necessari compiti evolutivi della vita.
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di Dott.ssa Chiara Corte Rappis Per scrivere o contattare la dottoressa Chiara Corte Rappis è possibile scrivere all'indirizzo chiara.corterappis@yahoo.it oppure telefonare al numero 349-7898300. Per maggiori informazioni, è possibile anche consultare il sito Link senza grassetto: www.spazioeterotopico.it
L’accettazione del distacco è uno dei più difficili, complessi, ma assolutamente necessari compiti evolutivi che la vita chiede a ciascuno e che si comincia ad imparare da piccoli.
E’ doloroso, ma fondamentale per il bimbo piccolo lasciare la mano della mamma per iniziare a camminare da solo.
Soltanto attraverso questo primo, ma “grande rischio” il bambino potrà progressivamente acquisire fiducia in se stesso, autonomia nelle proprie funzioni sensoriali e motorie, autostima nei propri processi cognitivi, emotivo-affettivi e relazionali e di conseguenza il cammino si trasformerà in una corsa e successivamente in una corsa ad ostacoli.
E’ però necessario che in entrambi i membri della coppia o diade mamma-bambino ci sia questa reciproca accettazione al progressivo distacco o alla necessaria separazione. Anche la madre dovrà accogliere la voglia, il bisogno e il desiderio del suo bambino di allontanarsi per conoscere ed esplorare il mondo da solo, dovrà accettare di essere messa da parte; anzi dovrà promuovere e favorire l’emancipazione di suo figlio ed in questa “nuova nascita sociale” le sarà di grande aiuto la figura paterna. Questa accettazione del processo di distacco/separazione la si impara e la si sperimenta da piccoli.
Chi non farà questa esperienza da bambino nella più completa serenità familiare, non riuscirà a metterla in scena da adolescente e poi da adulto. Sarà quindi un adolescente che non riuscirà a fare scelte in piena autonomia, cercherà di interpellare i genitori in situazioni dove la loro volontà e il loro desiderio non conteranno più nulla.
Questo adolescente sarà poi un adulto che non riuscirà ad accettare il distacco dei propri figli ( perché non è stato a suo tempo capace di tagliare il filo invisibile di congiuntura esistenziale con la sua famiglia d’origine), non riuscirà ad accettare la fine del proprio periodo lavorativo dovuto ad anzianità, non saprà accettare la perdita di una propria persona cara.
La tematica del distacco è molto complessa, assolutamente non facile da elaborare, gestire, affrontare e superare e necessiterebbe una trattazione molto dettagliata; ma quello che è qui importante sottolineare è che, non si impara dall’oggi al domani, ma è una pratica alla quale si viene educati, formati e con la quale ci si trova a scontrarsi fin dai primi passi. Se non si riescono ad accettare i distacchi non si potrà neppure abbandonare vecchie parti di sé per scoprirne di nuove, certamente più autentiche e adatte all’età che si sta vivendo, abitando, attraversando.
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