La noia in vacanza
Annoiarsi in vacanza è un diritto che fa bene ai bambini. Lo dicono gli studi più recenti a conferma di quanto si afferma da sempre.
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di Alessia Altavilla
La noia è creativa. Salutare. Educativa.
La noia insegna ai bambini a trovarsi delle soluzione alternative. Li forza a pensare. Li abitua a prendere delle decisioni.
Annoiandosi i piccoli capiscono quelli che sono i loro interessi. Iniziano a coltivarli. Li approfondiscono.
È nelle ore vuote che si impara a restare da soli, a parlare con se stessi e a riflettere. Ed è attraverso la noia che si cresce forti e strutturati.
Per qualche motivo, invece, e purtroppo sempre più spesso, i genitori temono che i loro bimbi possano annoiarsi.
Se, quindi, le loro giornate scolastiche sono contrassegnate da impegni che si susseguono e che lasciano loro ben poco tempo libero, altrettanto succede in vacanza, quando l'ozio, il ciondolare senza scopo, l'annoiarsi appunto dovrebbe farla da padrone.
In estate i bambini frequentano centri estivi, campus, lezioni private. Le loro mattine e i loro pomeriggi sono un susseguirsi di appuntamenti. Nulla è lasciato al caso.
In parte, contribuisce a questa situazione l'assenza di mamma e papà da casa, impegnati al lavoro (per la maggior parte delle famiglie italiane non c'è alcuna scelta: nei mesi estivi i bimbi devono per forza frequentare un centro estivo). Dall'altra, però, è un fatto culturale: la noia è una brutta bestia da evitare e da cui fuggire. Vale nel mondo adulto e vale a maggior ragione nel mondo dei piccoli.
LA GIORNATA ESTIVA IDEALE
Mattino: il bambino dovrebbe poter dormire quanto vuole, svegliarsi con calma, fare colazione con calma e lavarsi. A quel punto, potrebbe fare una passeggiata fuori, passare qualche ora al parco giochi, accompagnare la mamma a fare la spesa. Una volta tornato a casa, l'attesa del pranzo potrebbe essere un momento vuoti senza tablet o tv. Uno spazio da riempire o da lasciare vuoto.
Pomeriggio: una mezz'ora dopo pranzo, tutti i giorni, potrebbe essere dedicata ai compiti al termine dei quali il piccolo potrà giocare in autonomia (e possibilmente solitudine) nella sua stanza. Il gioco dovrà essere libero. Non guidato o condotto da un adulto, non strutturato. Nel pomeriggio inoltrato, si potrà decidere di uscire per una passeggiata o una commissione o si potrà portare il bimbo al parco. Qualora fosse possibile, è in questo momento che il bambino potrebbe frequentare un corso estivo o un'attività sportiva strutturata. Prima di cena, via libera alla televisione o al tablet, senza esitazione.
Sera: dopo cena, il bambino potrà giocare un po' con mamma e papà che potranno anche decidere di uscire per un prendere un gelato o fare una passeggiata. Prima di addormentarsi, via libera alle letture e poi nanna.
*Naturalmente, per la maggior parte delle famiglie questo programma non è fattibile. Mamma e papà escono presto per andare a lavorare e il bambino viene accompagnato al centro estivo o al campus. Il suo tempo libero, quello completamente vuoto, andrà dunque ricercato nei weekend e nel pomeriggio quando torna a casa, dopo aver fatto i compiti.
L'idea, infatti, che sia una questione organizzativa è errata.
COLTIVARE LA NOIA
Si può coltivare la noia in tantissime situazioni (che vengono spesso riempite, invece, con tablet e cellulari):
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Commento inserito da Iride il 11 luglio 2019 alle ore 06:43
Non si legge altro che il titolo