Il coronavirus raccontato ai bambini
Da una lettera scritta (e pubblicata su Facebook) da un medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva a sua figlia di 11 anni per tranquilizzarla su quanto sta accadendo, alcuni consigli per spiegare il coronavirus ai bambini.
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![Il coronavirus raccontato ai bambini Il coronavirus raccontato ai bambini](https://www.bambinopoli.it/immaginiupl/Coronavirus-spiegato-aibambini.png)
di Alessia Altavilla
Scuole chiuse in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Gite scolastiche cancellate in quasi tutta Italia e all'estero. Attività sportive stoppate fino a nuovo ordine.
Cosa sta succedendo in Italia? Se lo chiedono gli esperti. Se lo chiedono gli adulti. E se lo chiedono i bambini. Che subiscono decisioni che non sempre hanno gli strumenti per comprendere e che si trovano circondati da un mondo adulto che non sempre ha il tempo, il modo e la sensibilità per rispondere alle loro domande e alle loro paure, anche quelle che non sono in grado di esprimere.
Alberto Pellai è un medico e uno psicoterapeuta dell'età evolutiva. È lui l'autore della lettera pubblicata su Facebook e indirizzata alla figlia undicenne 'sensibilmente preoccupata per l'allarme coronavirus' che ha dato il via al tentativo di spiegare a genitori ed educatori il modo corretto per affrontare l'argomento con i più piccoli, modulando parole e informazioni a seconda dell'età.
Proviamo a riassumere per punti:
I bambini hanno bisogno di sapere cosa sta succedendo. Si fidano di mamma e papà ed è da loro che si aspettano, prima ancora che da chiunque altro, spiegazioni e rassicurazioni. È fondamentale, quindi, per non tradire la loro fiducia, essere onesti e raccontare loro la verità spiegando esattamente cos'è il coronavirus e come funziona.
Dire a un bambino che il coronavirus è un virus ancora abbastanza sconosciuto e che potrebbe essere molto pericoloso (il concetto di pericolo va modulato in base all'età del bimbo), non significa far passare il messaggio che tutti rimarranno vittime del virus e che chiunque ne venga in contatto subirà gravi conseguenze. Significa essere onesti sulla possibilità (remota) che questo accada puntando l'accento, però, sulle maggiori probabilità di guarigione cura.
I bambini hanno bisogno di sapere che possono stare tranquilli, che tutto andrà a posto e che non c'è nulla da temere. È importante, quindi, quando si parla di coronavirus, raccontare anche del lavoro di migliaia di persone che ogni giorno si prendono cura dei malati e dei ricercatori che stanno cercando la cura più efficace.
Qualunque sia il livello della vostra paura, date ai bambini la speranza. Spiegate loro che tutto si risolverà e le cose torneranno come prima. Il concetto di 'emergenza' deve essere vissuto e raccontate come tale.
Soprattutto con i bambini più grandi, è importante sfruttare questo momento di condivisione su dubbi e domande per fornire indicazioni generali sulle norme di comportamento da seguire in questi casi: abituate il bambino a lavarsi le mani, sempre prima di mangiare e, comunque, più volte nell'arco della giornata soprattutto rientrando da fuori. Insegnategli a tossire e sternutire nel fazzoletto o coprendosi il naso o la bocca. Spiegategli che è meglio non bere dal bicchiere degli altri, o mangiare da una forchetta non propria.
Educateli all'igiene (questi comportamenti, per altro, dovrebbero essere validi sempre, non solo nel caso del coronavirus)
Ricetta della settimana
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Commento inserito da lorita il 2 marzo 2020 alle ore 11:04
grazie