Tik Tok. Il nuovo social che fa impazzire gli adolescenti
Se Facebook è roba da vecchi e Instagram è il social degli influencer, Tok Tok è la nuova frontiera per gli adolescenti. L'età minima per l'iscrizione è fissata a 13 anni. La realtà, però, è che è frequentato anche da bambini della scuola elementare.
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di Alessia Altavilla
Il social del momento arriva dalla Cina, è stato lanciato nel 2016 e si è affermato con il nome Douyin.
Consiste in un'app che permette agli utenti di creare brevi video musicali di durata variabile (stiamo parlando, comunque, di una manciata di secondi) sui quali è possibile aggiungere filtri ed effetti particolari.
Presente in 150 Paesi, tradotto in 75 lingue, conta a livello globale quasi un miliardo di utenti, la maggior parte in Cina, 250 milioni in India e 100 milioni negli Stati Uniti.
In Italia (dati aggiornati a novembre 2018) gli iscritti sono circa 2,6 milioni, la maggior parte dei quali con un'età inferiore ai 18 anni e di sesso femminile (in Spagna gli utenti ammontano a 2,7 milioni, in UK 3,7 milioni, Francia 4 milioni e Germania 4,1 milione). L’uso quotidiano è di circa 34 minuti. Le visualizzazioni di video mensili ammontano a 3 miliardi. Gli hashtag più noti - #wasabisong, #backtoschool, #greenscreen - possono superare anche i 60 milioni di visualizzazioni.
Nella classifica dei più seguiti, tra gli italiani, troviamo Virginia Montemaggi (17 anni, 4,1 milioni di follower), Marta Losito (15 anni, 2,3 milioni di follower), Maryna (+ di 18, 753mila follower). A livello mondiale, invece, spiccano le gemelle Lisa e Lena Mantler (17 anni, 37,2 milioni di follower), Loren Gray (17 anni, 30,5 milioni di follower), Baby Ariel (15 anni, 29,3 milioni di follower).
La lista continua a suon di migliaia di seguaci, con un'età media che non supera i 17 anni.
Ma come funziona Tik Tok? E perché fa impazzire adolescenti e bambini al punto da tallonare a vista colossi del calibro di Instagram (Facebook ormai da tempo è il social degli over 40, abbandonato già dai millenials che lo trovano antiquato e noioso)?
COME FUNZIONA L'APP
Il funzionamento è piuttosto semplice e nella sua semplicità banale: si crea un account (naturalmente si può utilizzare la social login per semplificare e velocizzare il processo) e una volta entrati si possono creare (e guardare) video della durata massima di 15 secondi ai quali possono essere applicati filtri ed effetti. L'obiettivo è stupire, fari ridere, intrattenere.
Nulla di serio. Nessuna alta filosofia alle spalle. Solo il puro gusto di 'farlo tanto per...'.
Come in ogni social che si rispetti è possibile seguire ed essere seguiti da altri utenti, scegliere di avere un account pubblico o privato, esprimere il proprio apprezzamento, commentare, aggiungere degli hashtag alle proprie creazioni.
Gli hashtag più popolari ottengono migliaia di visualizzazione e influenzano le produzioni all'interno della piattaforma (per esempio, in Italia, ha spopolato negli ultimi giorni l'hashtag #iosonogiorgia).
In cosa consiste, dunque, la novità?
I PERICOLI PER GLI ADOLESCENTI
Aldilà della dipendenza che crea (e vi possiamo assicurare che la crea davvero anche in menti molto più strutturate di quelle di un ragazzino di pochi anni), Tik Tok è 'pericoloso' proprio per la faciltà di accesso ai contenuti (di tutti i tipi) che lo caratterizza, l'immediatezza, il fatto che gli utenti, a prescindere dalla relazione che li unisce, sono messi tutti nello stesso calderone e tutti sullo stesso piano.
La presenza di un'Intelligenza Artificiale alle spalle, poi, complica ulteriormente le cose.
Per dirla, infatti, come la giornalista Jia Tolentino del New Yorker che al fenomeno ha dedicato un lunghissimo articolo '... L’algoritmo ci dà qualsiasi cosa ci piaccia, e noi in cambio diamo all’algoritmo qualsiasi cosa piaccia a lui. Mentre il cerchio si restringe, diventiamo sempre meno abili a separare i gusti dell’algoritmo dai nostri.'
Detto questo Tik Tok non è più pericoloso di altri social network del presente o del passato.
Meno narcisistico di Instagram, più creativo di Facebook, più alla luce del giorno di Snapchat, non è altro che il fenomeno del momento. Che preoccupa gli adulti perché gli adulti non lo conoscono. Ed entusiasma i ragazzini perché appartiene solo a loro, li vede protagonisti assoluti.
Questo non significa che sia esente da rischi. I pericoli sono quelli a cui accennavamo prima. Molti lo accusano anche di istigare, nei casi gravi, al suicidio. A competizioni sfidanti. In verità non è così.
Il punto vero è evitare che vi accedano bambini troppo piccoli (sotto ai 15 anni, in teoria, è vietato. Ma i genitori dovrebbero anche controllare che teenagers alle prime armi scarichino l'app e passino intere giornate a guardare video e sketch di persone che nemmeno conoscono); lasciar fare, in modo vigile (vietare sarebbe solo controproducente. Meglio permettere ai ragazzini di utilizzare l'applicazione cercando di capire, dai loro discorsi e atteggiamenti, che profili seguono, a cosa sono interessati); comprendrne i meccanismi.
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