Lotus birth: come funziona il parto integrale
Il Lotus Birth, o parto integrale, prevede che al bambino non venga staccato il cordone ombelicale dopo la nascita e che questo rimanga attaccato alla placenta finché non cade da solo in modo naturale.
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di Alessia Altavilla
Il Lotus Birth, o parto integrale, è una pratica antica tornata di moda in alcuna ambienti e presso alcune donne sostenitrici del parto naturale, che prevede che dopo la nascita non venga tagliato il cordone ombelicale che rimane così attaccato alla placenta fino a quando non si stacca in modo del tutto naturale dopo 3-10 giorni.
In altre parole, subito dopo la nascita del bimbo, la mamma attende il secondamento, ovverso l'espulsione della placenta, che viene messa prima in un contenitore e poi avvolta in un panno e cosparsa di oli essenziali e profumi per coprirne il forte odore.
PERCHÈ FARLO?
I sostenitori del Lotus Birth sono convinti, da una parte, che in questo modo si tolga di mezzo l'intervento medico rendendo il parto più naturale; dall'altro, che in questo modo tutte le sostanze presenti nel cordone ombelicale al momento della nascita vengano trasferite al bambino che può, così, goderne a pieno.
Inoltre, quando alla fine il cordone ombelicale cade (dopo, appunto, 3-10 giorni) non sono richieste medicazioni poiché il processo di cicatrizzazione può dirsi concluso.
COSA DICONO I MEDICI
Il Lotus Birth è stato ampiamente contestato dalla SIN - Società Italiana di Neonatologia - perché aumenterebbe esponenzialmente il rischio di infezioni per il neonato senza che i decantati vantaggi siano davvero stati testati e comprovati.
In Italia, poi, il Lotus Birth presenta una serie di problemi in termini giuridici: non solo, infatti, è vietato portare fuori dall'ospedale la placenta che è considerata un riufiuto speciale; ma in caso di problemi alla mamma o al bimbo, la responsabilità ricadrebbe interamente sul medico o sulla struttura in cui il parto è avvenuto.
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