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Nido: quello che c'è da sapere

Tutto quello che l'asilo nido può offrire al percorso formativo di un bimbo e quello che i genitori devono sapere al momento dell'iscrizione. Ce ne parla la dottoressa Maria Rita Esposito.

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Nido: quello che c'è da sapere



L’importanza dell’ambiente ludico per i bambini dai primissimi anni di età (0/3 anni) viene favorito anche dalla presenza sui territori locali dei nidi, strutture adeguatamente predisposte e strutturate per promuovere il benessere del piccolo fino al suo successivo ingresso nella scuola dell’infanzia.
Innanzitutto, il nido viene valorizzato dall’intervento di operatori esperti: la formazione del personale educativo, la presenza del consulente pediatrico e del consulente pedagogico sono le premesse perché il nido abbia a essere realmente funzionale allo stato di salute psico – fisica dei bambini presi in carico.


Per la scelta del nido è fondamentale che i genitori e i tutori del piccolo conoscano, attraverso incontri e colloqui preventivi, il piano annuale dei servizi predisposti, esplorino gli spazi e sappiano come viene favorita l’organizzazione delle sezioni.
In particolare, all’interno dei nidi è sempre più frequente la presenza di bambini con diverse abilità o di culture altre dalla nostra e questo va presentato ai genitori come elemento formativo di arricchimento relazionale per i propri figli, che si qualifica come piano pedagogico ed educativo atto a favorire nel gruppo di bambini piccoli il primo orientamento al rispetto e alla convivenza democratica.


Ovviamente la presenza di diversità di piccoli registra la necessità di pianificare interventi educativi personalizzati, che consentano cioè la reale integrazione del singolo nel gruppo e del gruppo con il singolo. Per esempio, la frequenza al nido di un bimbo di lingua straniera richiede agli educatori un’importante riflessione sulla progettazione di esperienze, dove si possa comunicare al piccolo (e alla sezione) in bilingue, al fine di mantenere forte l’identità culturale del bambino e di favorire un ampliamento dell’offerta educativa per gli altri (anche a questa età in cui il linguaggio verbale è fortemente accompagnato dal linguaggio motorio e non verbale).

Nel nido, inoltre, una grande efficacia pedagogica viene assunta dalla strutturazione degli spazi e dei tempi da dedicare alle attività: gli spazi e i materiali sono colorati e adeguati alla sicurezza dei piccoli e sono igienicamente gestiti, al fine di rendere i luoghi un prezioso ambiente di gioco e di scoperta.
Pertanto, la collaborazione tra educatori, personale di vigilanza, addetti alla cucina e personale ausiliario diventa sul piano operativo una condizione necessaria per il continuum formativo del bambino: in alcuni momenti, pur nel rispetto dei ruoli, le diverse figure quasi non si distinguono, anche e soprattutto perché in esse deve essere forte la relazione empatica e quasi “materna” nel rapportarsi con bimbi così piccoli, dove l’assenza genitoriale va compensata con affettività ed emotività positiva, che può realizzarsi attraverso un clima di accoglienza sereno e motivante.

Il clima sereno risente dei tempi delle attività che, nei nidi, sono personalizzati in relazione ai ritmi di dormiveglia dei piccoli, alla loro diversa età, ai ritmi di attenzione verso un’esperienza proposta e ciò determina la valorizzazione della professionalità educativa degli operatori, che si trovano, non improvvisando, a pianificare sempre nuove soluzioni ludiche che sostengano il benessere del piccolo nel gruppo.
La progettazione delle esperienze e delle attività va quindi monitorata periodicamente, per sviluppare momenti condivisi di riflessione del piano in sinergia con le famiglie e con il territorio: la figura ormai costante del pedagogista nel nido facilita un insieme di interventi finalizzato all’attenzione agli aspetti psicologici, emotivi, cognitivi e relazionali dei piccoli nell’età che precede l’ingresso alla scuola dell’infanzia. In modo particolare viene promosso il peculiare rapporto con le famiglie che divengono parte attiva alla pianificazione del progetto annuale.

La raccolta, infatti, di tutte le notizie sui ritmi della giornata familiare del bimbo preso in carico diventa importante orientamento per tenere saldo il filo conduttore “nido – famiglia”, al fine di dare libertà alla personalità del bambino di esprimersi nei modi in cui più è abituato.
Questo è fondamentale soprattutto per rinforzare la serenità delle mamme che si affidano al nido: esse, in genere lavoratrici, tendono a pensare che l’ambiente del nido possa allontanare troppo il piccolo dalle abitudini domestiche. Non è così, in quanto la ricchezza di esperienze vissute in famiglia viene riportata nell’ambiente ludico e espressa agli altri nel gioco motorio, nelle scoperte, nel dialogo tonico, e viceversa le molteplici attività ludiche proposte al nido trovano ricaduta positiva nel rientro a casa.

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  • Commento inserito da lucia il 12 giugno 2009 alle ore 21:53

    ciao vivo nel comune di albano s.slessandro in provincia di bergamo e ho un bimbo di quasi cinque mesi. a settembre devo ricominciare il lavoro e devo mandare il bimbo al nido perche' non ho nessuno che me lo tiene ma nel mio comune non c'e' posto fino a settembre del 2010 cosi lo devo iscrivere al nido di un altro comune. succede che il mio comune non mi passa alcun contributo nonostante io sia in una fascia ISEE molto bassa sentendomi dire che il nido non e' un bene primario! e se volessi un secondo figlio come potreI spendere 1100 euro per il nido di entrambi? MENO MALE CHE IL GOVERNO ITALIANO INCITA A FARE FIGLI!!!!

  • Commento inserito da SIMONA il 19 maggio 2009 alle ore 17:20

    Sono Simona e scrivo da un paesino in provincia di Lecce. Per me la scelta del nido non è stata tanto semplice perchè nessun nido sia privato che comunale rispetta tutto quello descritto dalla dott.ssa Esposito. Mia figlia frequenta il nido comunale e sin dall'inizio non sono state mai considerate le abitudini ed attitudini ma anche il carattere di mia figlia che ha comunque iniziato a frequentare il nido a due anni e mezzo. Alla fine ho fatto la scelta sulle opinioni delle altre mamme-amiche e posso dire, ormai a fine anno scolastico, che da un lato mia figlia è serena quando va a scuola ma dall'altro non ho mai saputo le attività che svolgono, non ho mai avuto un programma scritto, i rapporti con le due educatrici sono sempre molto veloci ed occasionali e mi fanno sampre sentire in colpa per l'educazione, secondo loro, non tanto rigida che ha mia figlia solo perchè non sempre ascolta quello che gli viene "imposto" di fare, come ad esempio ha smesso di mangiare a mensa senza un motivo in particolare. Spero che per la scuola d'infanzia vada meglio, ma sinceramente ne dubito se le scuole non vengono seguite come si deve!!!
    Grazie e un saluto
    Simona

  • Commento inserito da SANDRA il 14 maggio 2009 alle ore 22:21

    Finalmente ho trovato un nido a misura di bambino.... Mio figlio più piccolo ha 23 mesi e frequenta dallo scorso gennaio un nido privato veramente bello; sia a livello di struttura, con ampio giardino, sia a livello didattico e umano. Sono veramente soddisfatta per il programma che svolgono esposto settimanalmente, per come coinvolgono i genitori e i nonni organizzando laboratori, feste, gite ecc., per come hanno gestito l'inserimento con molta calma e tranquillità, per avermi chiesto tutte le abitudini di Matteo da far leggere alla educatrice....
    Il nido si chiama "Gioca e Crea" ed io sono veramente soddisfatta. Ciao

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