Educazione al gusto: 10 consigli
Il gusto si forma e va educato sin dalla prime pappe e, sostengono alcuni, ancora prima, durante la vita uterina. Ecco alcuni consigli per farlo senza ansie e stress.
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di Alessia Altavilla
L'educazione al gusto è un processo lento e prolungato nel tempo che inizia già durante la vita fetale e l'allattamento quando il bambino inizia ad 'assaggiare', prima tramite il sangue materno, poi per mezzo del latte della mamma, cibi e alimenti diversi.
Lo svezzamento rappresenta una sorta di pietra miliare di questo lungo percorso che, per certi versi, potremmo dire continuare anche in età adulta.
Come accompagnare, dunque, il bimbo lungo questo viaggio aiutandolo a creare con il cibo un rapporto positivo fatto di curiosità e scoperte?
Il cibo è cibo. Non è un modo per ricattare il bambino (se mangi questo, avrai questo), non è il prezzo da pagare per i propri sensi di colpa, non è un riempibuchi per i momenti di noia... Abituate il bambino sin da subito a considerare gli alimenti per quello che sono: fonte di nutrimento, terreno di scoperta e arricchimento personale, condivisione. Educateli, sin dalle primissime pappe, ad avere un rapporto equilibrato con la tavola e con la pappa. Nessuna sfida, nessun ricatto, nessuna ansia.
La tavola è, per eccellenza, il luogo della condivisione. Il posto intorno al quale la famiglia dovrebbe ritrovarsi, intorno a cui ci si racconta, ci si confida, si ride, ci si arrabbia... La tavola non è, o non dovrebbe essere, un terreno di scontri, ricatti e ripicche. Qualunque cosa sia successa durante la giornata, provate a sedervi a tavola con animo sereno. Non fate mangiare il bambino prima, ma abituatelo a cenare e pranzare con voi. Quando è ancora piccolo, qualora i suoi orari fossero diversi dai vostri, mettetelo sul seggiolone mentre state mangiando e lasciate che 'giochi' con il vostro cibo, fategli assaggiare i vostri piatti, ridete e scherzate con lui
Le prime pappe sono una fonte d'ansia per le mamme: mangerà, non mangerà, starà mangiando a sufficienza...? Ricordatevi: nessun bambino al mondo, posto di fronte a un cucchiaino pieno di pappa, si lascerà morire di fame. Se, dunque, inizialmente rifiuta il cibo, lo sputa, non sembra gradirlo, mantenete la calma. Non trasmettetegli ansia. Non fategli capire che con il cibo può ricattarvi. Provate a imboccarlo per un po' e se dice no desistete. E riprovate al pasto successivo. Evitate, però, di dargli un'altenativa.
Naturalmente il cibo non è un gioco. Il cibo, come dicevamo sopra, è cibo. Ma lasciate che vostro figlio prenda confidenza con gli alimenti come se questi fossero un gioco: toccandoli, manipolandoli, leccandoli, assaggiandoli... E quando è più grande, chiedetegli di aiutarvi in cucina, coinvolgetelo nella preparazione dei piatti. Giocate con lui e con il cibo nel modo corretto.
Abbastanza ovvio. Più, però, la vostra alimentazione sarà varia e diversificata, maggiori possibilità avrà il bambino di essere incuriosito da cibi nuovi, più diversificata sarà la sua alimentazione. Cercate, quindi, di non fossilizzarvi sempre sulle stesse preparazioni e gli stessi alimenti. Come il bambino, provate anche a voi a sperimentare piatti nuovi, ricette diverse, ingredienti mai assaggiati prima. Sarà divertente ed educativo per tutti.
Con il cibo funziona così: o è amore a primo assaggio. O ce ne vogliono almeno 10 perché un alimento non gradito possa piacere. Non demordete, quindi. Se il bambino non mangia qualcosa, riproponetegliela. Magari con una preparazione diversa. Prima o poi la mangerà.
Vale quanto detto sopra. L'esempio di mamma e papà conta e conta parecchio. Più l'alimentazione è diversificata e varia per tutti, più il bambino sarà spinto a seguire il comportamento dei genitori.
Ponetela come regola di famiglia: ogni mese tutti dovranno assaggiare almeno un alimento nuovo. Tenete una sorta di diario degli alimenti provati. E il voto che tutti i componenti della famiglia hanno dato al piatto. Sarà divertente. E abituerà il bambino a non tirarsi indietro, a essere curioso e a considerare il cibo una fonte di scoperta e non un motivo di rifiuto.
Niente sale e zucchero per almeno tutto il primo anno di vita del bambino. Lo zucchero, poi, andrebbe in generale evitato sempre (fanno eccezione i dolci e le torte casalinghe che andrebbero prepari una volta ogni tanto, come momento di festa). Soprattutto no allo zucchero nella frutta, nello yogurt, nel latte... Abituate il bambino ai sapori veri dei piatti. Attenzione agli alimenti confezionati (dolci, salati e bevande). In generale, infatti, in queste preparazioni la presenza di esaltatori del sapore è finalizzata ad assuefare il palato. Evitate, quindi, snack e merendine il più possibile. Preferendo alimenti più naturali (frutta fresca, yogurt, un pezzo di formaggio...) e preparazioni meno artefatte.
Come dicevamo sopra. Il cibo non è un gioco. Ma può essere approcciato con lo stesso atteggiamento di un gioco. Un gioco di società da fare con mamma e papà, con i fratelli, con i compagni a scuola. Sì, quindi, alle sperimentazioni (anche quelle richieste dai più piccoli), si ai laboratori di cucina, si alla raccolta della frutta sugli alberi, si alla vendemmia, si alla pizza casalinga...
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