Il ruolo dello sguardo nella costruzione della relazione
Lo sviluppo dei 5 sensi nei primi mesi di vita e l'importanza dello sguardo nella costruzione della relazione mamma-bambino.
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di Associazione Pollicino Il primo incontro che il neonato ha con la vita è con la madre, e più precisamente con il “luogo materno”, cioè con la mente, le emozioni, le sensazioni tattili, gli odori, il calore del corpo, la stretta dell’abbraccio, lo sguardo, la voce e le parole della mamma. Il bambino infatti, non si nutre esclusivamente di latte, ma anche di un particolare “cibo” che nutre il cuore e lo fa sentire amato, desiderato, rassicurato. Per maggiori informazioni:
A giocare un ruolo importante, quindi, come fonti di nutrimento sia per il genitore sia per il figlio, sono anche i cinque sensi.
Tramite l’udito, la mamma percepisce e risponde ai bisogni che il bambino esprime attraverso il suo pianto e i suoi vocalizzi e il bimbo, a sua volta, recepisce le frasi che l’adulto gli rivolge.
Il tatto è il primo senso che si sviluppa nell’utero e a questa dimensione appartengono gli abbracci, le carezze, il contatto con la pelle.
L’olfatto permette al piccolo di percepire l’odore della mamma e di riconoscere l’odore del latte materno.
Il gusto gli consente di apprezzare i sapori assorbiti attraverso il latte materno.
La vista, infine, è di fondamentale importanza nella relazione madre-bambino: attraverso il contatto visivo che si verifica durante l’allattamento il piccolo percepisce l’amore della madre che accompagna il momento del pasto.
È indispensabile che il bambino faccia esperienza dello sguardo dell’altro, che sviluppi un intimo contatto con la madre attraverso la vista.
In particolare, lo sguardo della mamma si costituisce come peculiare specchio che consente al bambino di iniziare a costruire una propria identità, riflettendosi negli occhi dell’altro. Attraverso lo sguardo, inoltre, il bambino comunica alla madre ciò di cui ha bisogno; sta a chi si prende cura del piccolo, capire e interpretare i segnali del bimbo.
Una delle domande che spesso i genitori si pongono è come vede il neonato e come si sviluppano le funzioni visive.
Non esiste una risposta universale a questa domanda: alcuni autori sostengono che i bambini appena nati non vedono fino ai 3 mesi di vita, altri affermano che sono in grado di distinguere solo le ombre.
In generale, è possibile affermare che nel primo mese di vita il neonato indirizza la sua attenzione principalmente verso fonti luminose.
Dal secondo mese inizia a seguire con gli occhi gli oggetti in movimento.
A partire dal quarto mese c’è un affinamento dell’acutezza visiva e il bambino inizia a osservare e manipolare gli oggetti.
Verso il quinto mese il neonato inizia a porre attenzione al suo corpo e a riconoscere i volti.
Tra i 6/7 mesi inizia ad afferrare gli oggetti e a spostare la direzione dello sguardo da un oggetto all’altro.
Le espressioni adulte che più facilmente vengono identificate dai bambini sono i sorrisi, forme di comunicazione estremamente importanti. Inizialmente il sorriso del bambino è riflessivo, principalmente in risposta a stimoli di una certa intensità; solo verso i due o tre mesi il sorriso diventa sociale e quindi in risposta a ciò che al bambino piace. Intorno ai nove mesi il sorriso diventa selettivo, indirizzato ai volti familiari, principalmente quello della madre. Solo verso il compimento del primo anno di vita il piccolo inizierà a sorridere anche agli estranei. Il sorriso del bambino ha solitamente degli effetti sulla madre, che a sua volta sorride al piccolo, gli parla affettuosamente, lo culla. I sorrisi del genitore contengono, proteggono e veicolano sentimenti positivi, permettendo al bambino di sentirsi a suo agio, di essere sereno e di provare sensazioni di benessere. Lo sguardo reciproco madre-bambino è di fondamentale importanza per lo sviluppo del mondo interno del bambino e per la costituzione della relazione d’attaccamento tra genitore e figlio.
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