RSV: il virus che colpisce i neonati
Si chiama Rsv, virus respiratorio sinciziale, ed è il virus arrivato dalla Francia che proprio in questi giorni sta circolando tra i neonati con non pochi problemi di salute.

di Alessia Altavilla
Asceso alla ribalta dopo aver aver colpito Vittoria, la bimba di 7 mesi di Chiara Ferragni e Fedez che per ben due volte è stata ricoverata a causa sua, il virus respiratorio sincinziale, altrimenti noto come VRS, sta circolando proprio in questi giorni tra i neonati con reparti pediatrici e terapie intensive che si stanno riempiendo di bimbi di pochi mesi ricoverati con problemi respiratori più o meno gravi.
Una vera e propria epidemia che negli anni scorsi, causa anche le misure anti-Covid, ha risparmiato l'Italia, ma che quest'anno si è presentata, e in modo più violento del solito, con due mesi di anticipo, facendo una vera e propria strage tra i piccolissimi. Proveniente dalla Francia, il virus è abbastanza noto agli operatori sanitari che, però, denunciano quest'anno la sua aggressività e il suo arrivo già negli ultimi giorni di settembre con ben più di 2 mesi di anticipo rispetto al solito.
Il virus, che negli adulti e nei bambini più grandi si risolve in pochi giorni con un po' di tosse, raffreddore, febbre, può causare, invece, tra i neonati forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie che rendono spesso necessario il ricovero e la somministrazione di ossigeno.
Dice ad Adnkronos la direttrice del reparto di Pediatria dell'Azienda Ospedaliera di Padova, Lisiana Da Dalt:
È un virus che può diventare una malattia grave nei bimbi con pochi di mesi di vita più fragili, con immunodeficienze e problemi cardiorespiratori. La particolarità di quest'anno è che l'epidemia è iniziata prima del passato. Già a settembre abbiamo avuto qualche caso e a ottobre abbiano ricoverato 21 bambini, di cui 4 hanno avuto bisogno della terapia intensiva. A oggi ne abbiamo 5 ricoverati, e non c'è giorno che non ci sia un ricovero e una dimissione.
Lo stesso Fedez, in una delle ultime storie pubblicate su Instagram in cui aggiorna i suoi followers sullo stato di salute della figlia, mette in guardia i genitori sulla pericolosità del virus, chiedendo di non sottovalutarlo.
La prima infezione, spesso, deriva da una malattia dell’apparato respiratorio superiore, accompagnata da congestione e febbre; se non curato in tempo, il virus colpisce l’apparato respiratorio inferiore, causando frequentemente bronchiolite e talvolta polmonite con tosse e difficoltà respiratoria.
I neonati contraggano il virus dai genitori o dai fratellini più grandi (negli scorsi il Covid e il distanziamento forzato avevano praticamente annullato la diffusione della malattia) e gli anticorpi della mamma non sempre riescono a proteggerli, soprattutto in caso di bambini nati prematuri, di pochi giorni di vita o soggetti a particolari fragilità.
SINTOMI E CURA
Il virus si manifesta, generalmente, con rinorrea e febbre che iniziano 3-5 giorni dopo il contagio. Circa la metà dei bambini alla prima infezione sviluppa anche tosse e respiro sibilante, cosa che indica un interessamento dell’apparato respiratorio inferiore. Nei lattanti di meno di 6 mesi, il primo sintomo può essere la breve interruzione della respirazione (apnea). Alcuni bambini, in genere i più piccoli, sviluppano distress respiratorio grave.
Nei casi meno gravi, la malattia si cura in casa con i classici farmaci analgesici, aerosol e antipiretici.
I bambini che, invece, presentano difficoltà respiratoria sono ricoverati in ospedale e, a seconda della condizione, possono essere trattati con ossigeno e liquidi per vena.
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