Gelato artigianale: come riconoscere se è buono - Ricette e alimentazione - Bambinopoli







Gelato artigianale: come riconoscere se è buono

Gelato summer passion. Ma tra tante gelaterie, gusti, varianti, come riconoscere se un gelato è buono veramente? Di seguito una piccola guida per orientarsi. 

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Gelato artigianale: come riconoscere se è buono




Fresco, colorato, buono, completo. Il gelato è per eccellenza sinonimo d'estate, pomeriggi al parco, serate pigre al mare.
Le gelaterie artigianali, ormai ovunque, propongono gusti sempre diversi, combinazioni inaspettate, varianti inaspettate.


La qualità, rispetto anche a qualche anno fa, è decisamente migliorata e trovare un gelato 'cattivo' è piuttosto raro.
Esistono, però, alcune regole che decretano se un gelato è buono davvero (ossia se contiene la giusta quantità di zuccheri, grassi, coloranti, conservanti...). Ecco, dunque, come orientarsi.


IL COLORE
Il gelato deve rispecchiare il colore che ha l'ingrediente principale in natura. Soprattutto, questo vale per i gusti alla frutta che, se fatti con frutta fresca, hanno colori smorzati, simili a quelli dell'alimento di partenza. No, quindi, al pistacchio fosforoscente o al banana gialla. 

LA FORMA
I gelati troppo gonfi, che sdrabordano dalla vaschetta senza perdere la loro consistenza (all'interno della vaschetta la temperatura è di -14°, all'esterno, però, sale notevolmente) sono, generalmente, addizionati con grassi idrogenati. Si tratta di sostanze ammesse per legge che permettono di mantenere solida la struttura piuttosto dannosi per la salute. 
Sebbene, quindi, anche l'occhio voglia la sua parte, in questo caso, meglio optare per gelati meno spettacolari, ma più sani. 

LA CONSISTENZA
Un gelato granuloso, in cui si percepiscono granelli di ghiaccio all'interno, è molto probabilmente un gelato a cui è stata aggiunta del'acqua in modo da poterlo rimantecare. In altre parole, un gelato non proprio freschissimo, venduto come tale. 
Allo stesso tempo, un gelato che risulta stopposo o filamentoso, è un gelato non buono.
La consistenza deve essere morbida, sciogliersi in bocca.

IL GUSTO
Risaputo, ma repetita iuvant, i gusti devono rispecchiare gli ingredienti di partenza. Gusti inesistenti (il famoso 'gusto puffo') non sono altro che basi di partenza (generalmente il fior di latte) addizionati con coloranti. Da evitare, dunque, senza alcun dubbio.
Sempre in merito ai gusti, poi, meglio evitare le gelaterie che ne offrono troppi (più di 30): da quanto tempo, infatti, sono esposti alcuni gusti? 

PICCOLI TRUCCHI
  • Se il gelato fa venire sete: significa che la presenza di zuccheri è troppo elevata. Un buon gelato non fa venire sete dopo averlo mangiato.
  • Se il gelato fatica a sciogliersi: molto probabilmente sono presenti sostanze chimiche che ne modificano la struttura
  • Se si scioglie troppo velocemente: il contenuto di zuccheri è troppo elevato
  • Se risulta grasso e burroso al palato: la presenza di grassi idrogenati è troppo elevata.
  • Se il gelato alla frutta è troppo cremoso: significa che è stato aggiunto del latte, spesso per mascherare la scarsa qualità della materia prima





 

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