5 motivi per cui vale la pena viaggiare con i bambini
Tempo di pensare alle vacanze estive e molti genitori si intrrrigano sulla fattibilità di organizzare viaggi lunghi con bambini piccoli. Di seguito 5 ragioni per le quali secondo noi la risposta a questa domanda è si.
di Alessia Altavilla
Viaggiare con i bambini è faticoso. Meglio chiarirlo subito e non girarci intorno:
i bimbi tendono ad annoiarsi, non amano camminare, mal sopportano musei e visite culturali, preferiscono senz'altro la spiaggia o i monti alle città d'arte, gli spostamenti sono rallentati dalle loro esigenze, le lunghe ore di volo vanno, in qualche modo, riempite...
Eppure, nonostante questo, riteniamo che non ci sia cosa più bella che viaggiare quando i bambini sono piccoli. Pensiamo che non esista ricordo più dolce da portarsi dietro di quello di una vacanza lontana dalla 'stessa spiaggia, stesso mare' anche quando i bambini sono ancora piccoli.
Organizzare un viaggio con i bambini, significa, in parte, accettare dei compromessi per venire incontro alle loro esigenze. Significa essere capaci di trovare velocemente delle soluzioni qualora qualcosa dovesse andare storto. E significa mettersi nei loro panni per comprendere perché alcune cose possano incuriosirli e affascinarli e altre meno. In altre parole, significa imparare a guardare il mondo con i loro occhi, accogliendo con gioia il contributo che il loro piccolo punto di vista può attribuire alle diverse situazioni.
I bambini sono abitudinari, egocentrici, attaccati alle loro consuetudini e alla loro routine. Abituarli a viaggiare sin da piccoli significa abituarli a vivere al di fuori della loro comfort zona quotidiana, adattandosi velocemente alle situazioni affrontandole di volta in volta qualora si presentino. Certo. Spesso è faticoso e occorre avere noi stessi inventiva e spirito di adattamento. Ma alla lunga, quello che si ottiene, è un bambino fluido, resiliente, in grado di affrontare l'ignoto senza paura, consapevole che in qualche modo sarà in grado di venirne a capo.
Viaggiare significa accogliere quello che il mondo ci offre, interpretarlo e farlo diventare parte di noi. In una parola, vuol dire abituarsi ad avere una mente aperta sulle cose, sulla gente, sulle situazioni... sviluppando l'accettazione delle differenze, il rispetto degli altri, la curiosità verso ciò che è diverso. Inoltre, significa imparare a prendere il meglio delle altre culture, degli altri popoli, delle altre abitudini e portarlo con sé.
Quanto detto sopra, in due parole, può essere riassunto con tolleranza e rispetto per il resto del mondo. I bambini abituati a viaggiare, a confrontarsi con ciò che è diverso da loro, sono, generalmente, bambini tolleranti, capaci di cogliere le differenze e non solo accoglierle, ma farle diventare parte di loro. I bambini che viaggiano non hanno paura di affrontare l'ignoto e, appunto, ciò che non appartiene alla loro quotidianità, ma anzi, ne sono incuriositi, affascinati.
Un bambino che viaggia, probabilmente, sarà un viaggiatore nel futuro. Sarà capace sempre di prendere le sue cose e partire alla scoperta del mondo.
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