Fissazioni a tavola - Età prescolare - Bambinopoli







Fissazioni a tavola

Non sempre è facile convincere i bambini a seguire una dieta varia ed equilibrata. Per farlo, spesso, è necessario ricorrere a piccoli trucchi, senza dare alla cosa eccessiva importanza.

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Fissazioni a tavola



Capita che i bambini si fissino su determinati piatti e alimenti e che, per un periodo di tempo variabile, non vogliano sentirne di assaggiare altro. Per i genitori la cosa, oltre per i problemi pratici che comporta (cosa gli preparo stasera?) è fonte di ansia e preoccupazioni, soprattutto perché non sempre è facile assumere un comportamento equilibrato (e distaccato) nei confronti dei continui rifiuti alimentari del piccolo.
Il consiglio di esperti e dietologi, invece, a meno che la cosa diventi patologica e le fissazioni si trasformino in quella che, comunemente, viene chiamata monofagia (il bimbo mangia uno o due cibi al massimo per un periodo prolungato di tempo), è quello di non dare alla cosa un peso eccessivo, cercando di sviare il problema ricorrendo a piccoli trucchi per “ingannare” il palato del bambino, costringendolo ad abituarsi a gusti diversi.
L’abitudine al gusto, infatti, è uno dei primi insegnamenti “dietetici” che andrebbero impartiti ai più piccoli, in modo da indirizzarli verso una corretta alimentazione e una dieta sana ed equilibrata: il piacere per pietanze diverse deve essere educato e guidato sin dai primi anni di vita, cercando di far “tastare” (dall’inglese to taste, assaggiare, provare) ai bambini il sapore di quanti più alimenti possibile. Solo così, si potranno evitare episodi di fissazioni a tavola.


La cosa migliore da fare se il bimbo ha, improvvisamente, deciso di restringere la sua dieta a tre o quattro alimenti che sembrano essere i suoi preferiti, è di non insistere nel volerlo indirizzare verso una dieta più varia, rendendo il suo rapporto con il cibo ancora più conflittuale.
Provate, invece, a sottoporre al suo giudizio pietanze diverse, introducendole poco per volta nella sua dieta in modo graduale e mirato: se, per esempio, il bambino per cena vuole mangiare solo pasta al pomodoro, provate a preparare un sugo rosso al quale avrete aggiunto un po’ di carne trita o qualche verdura sminuzzata (e, apparentemente, invisibile). In questo modo, pur percependo la differenza di sapore, sarà più propenso ad accettare la novità che gli viene sottoposta in modo così blando.


Se, al contrario, il vostro problema è che non vuole saperne di mangiare le verdure o la frutta, provate a somministrargliele sotto altra forma e in modo creativo: talvolta, infatti, l’aspetto di un piatto può influire sulla sua bontà o meno. No, quindi, a passati di verdure per i quali dovrete faticare sette camicie perché vengano assaggiati, sì a sformati e polpettine che, apparentemente, non sembrano contenerne.
Ricordate, poi, che ci sono cibi che ai bambini piacciono naturalmente e per i quali è più difficile ottenere un rifiuto (i dolci, per esempio, gli alimenti cremosi come besciamelle e frullati, le fritture che potrebbero venirvi incontro per sottoporre all’attenzione del bimbo carne e pesce…).
Insomma, cercate anche a tavola di essere quanto più creativi possibile, senza impuntarvi su atteggiamenti di sfida (mangia quello che hai nel piatto o andrai a letto senza cena!).

Per avvicinare, poi, i bimbi alla cucina e alla buona tavola, cercate di coinvolgerli nella preparazione del pranzo e della cena, in modo che si sentano investiti, per quanto riguarda il cibo, di una certa responsabilità: fatevi aiutare in cucina affidando ai piccoli compiti facili e divertenti da eseguire (preparare le polpette, impanare la carne, schiacciare le patate…) , oppure, compilate con loro un quadernetto (che chiamerete “Il ricettario del mio bambino”) sul quale scriverete tutti i suoi cibi preferiti e quali ingredienti avrete utilizzato per prepararli. Dividete il quadernetto in settimane e le settimane in giorni: per ogni giorno, una ricetta nuova da inserire. Sarà un gioco divertente che spingerà i bambini a provare piatti sempre nuovi e sempre diversi, allontanandoli dalla fissazione di mangiare solo determinate pietanze e sempre le stesse a pranzo e a cena.

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  • Commento inserito da Rosalba il 20 novembre 2011 alle ore 13:56

    Sono la mamma di un bambino di 9 anni e in passato ho avuto molti problemi a gestire la sua alimentazione. Col tempo però sono riscita ad abituarlo al consumo di frutta e verdura, che ritengo indespensabili. Anche per la merenda è stata una bella guerra perchè Davide voleva imitare i suoi amici mangiando pizzette e patatine (alle quali io ero decisamente contraria!). Poi, leggendo su vari blog di mamme ho letto che il gelato è un ottimo compromesso perchè accontenta sia i bimbi (essendo molto gustoso)sia le mamme (è un prodotto completo e nutriente). Io vivo a Milano e da qualche mese ho scoperto Le Botteghe di Leonardo, una gelateria che produce un gelato artigianale privo di coloranti e conservanti che utilizza solo frutta di stagione. Davide è entusiasta e io sono tranquilla perchè so che il gelato che gli compro è sano e genuino. Anche per la sua festa di compleanno l'abbiamo ordinato e i bambini l'hanno a dir poco divorato ;-).
    Spero di essere stata utile. A presto. Rosalba

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