Aiuto! Mio figlio deve fare i compiti

Maila Paone, giornalista e regista tv, esperta di reality e madre di due figli rispettivamente di due e sei anni entrambi nativi digitali (il più piccolo padroneggia perfettamente l’iPhone. Il secondo non si spiega come mai la televisione sia così arretrata rispetto al computer) ha scritto Aiuto! Mio figlio deve fare i compiti in collaborazione con tre pre-adolescenti cercando di capire con loro e attraverso di loro i meccanismi di apprendimento dei bambini e dei teenagers di oggi.

Ne è venuto fuori un libro che non solo getta una luce diversa sulle nuove generazioni, ma si pone decisamente dalla loro parte con l’obiettivo di non demonizzare il mondo in cui queste si muovono (social network, youtube, palystation…), ma di comprenderlo e farlo proprio per tirarne fuori il meglio.

IL MANUALE DALLA PARTE DI CHI I COMPITI… PROPRIO NON LI VUOLE FARE

Aiuto! Mio figlio deve fare i compiti è il manuale che tutti gli studenti vorrebbero far leggere ai propri genitori.

Nella prefazione al libro l’autrice scrive: I ragazzi frequentano ogni giorno due realtà apparentemente molto diverse: la scuola e la rete. Da una parte una struttura rigida dove gli insegnanti fanno piovere dall’alto la cultura ufficiale, dall’altro una struttura interconnessa che dà la possibilità di comunicare rapidamente con gli amici sul piano delle informazioni e delle emozioni, senza distinzione immediata fra le une e le altre.

La domanda, quindi, sorge spontanea: ma davvero esiste una distanza tra scuola e rete? Oppure basterebbe poco per colmare un vuoto che, per il momento, sembra ai più insormontabile?

Il problema, secondo l’autrice, è che la scuola sembra essere lontana anni luce dal mondo virtuale (ma non per questo “non reale”) dentro il quale si muove la nuova generazione. Gli insegnanti, troppo spesso, sembrano non capire, addirittura non vedere, i meccanismi di apprendimento dei bambini e degli adolescenti di oggi.

In famiglia, invece, il discorso cambia e la spaccatura tra una cultura rigida imposta dall’alto e un sistema informativo che si muove in modo concentrico (e rizomatico, aggiungerei) diventa evidente nel momento in cui bisogna fare i compiti.

ESISTE UNA SOLUZIONE?

Secondo l’autrice sì ed è la seguente: i compiti non dovrebbero opporsi a quella mentale attività fluida che coinvolge i ragazzi ogni giorno. In questa zona, non più d’ombra, lo spazio possibile che si apre per l’apprendimento è invece enorme e non andrebbe sprecato.

Ecco l’intento, spiegato da Maila Paone:

Questo manuale serve ai genitori e ai ragazzi per incontrarsi veramente, con soddisfazione di entrambi. Nel libro accostiamo l’immaginario de Il mondo di Patty, una soap opera cult per gli adolescenti, a quello del Flauto magico di Mozart. Studiamo le capitali europee attraverso i calciatori stranieri. Associamo Achille a Brad Pitt, Britney Spears a Benjamin Britten…. E tutto questo lo facciamo con un uso continuo di foto, video, informazioni prese da Internet. Ci serviamo della play station, dei lettori mp3 e dei dvd. Capita persino di accendere la radio o la televisione. Studiamo continuamente immersi in un liquido universo visivo e musicale. Ci distraiamo, molto, ma per renderci le cose più vicine, vive e interessanti.

Aiuto! Mio figlio deve fare i compiti si può ordinare nelle librerie Feltrinelli o acquistare sul sito www.lafeltrinelli.it.

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