Al mare

Nonostante in apparenza la spiaggia non riservi alcun pericolo per i bambini, in realtà, come tutti i luoghi, numerose sono le insidie che nascoste, alcune delle quali, se non tenute in seria considerazione, possono rivelarsi davvero dannose per la salute dei piccoli.

Il bagno in mare, per esempio, una questione abbastanza spinosa che ha mietuto diverse vittime tra i piccoli incauti. Si sa, infatti, che i bambini fremono dalla voglia di entrare in acqua e che, non appena arrivati in spiaggia, non vedono l’ora di tuffarsi in quella refrigerante distesa blu. Ecco, allora, qualche consiglio e qualche regola da non scordare mai:
dopo il pasto, aspettate almeno tre ore prima di dare il permesso al bimbo di fare il bagno. In questo modo sarete sicuri che la digestione sarà completata e eviterete le congestioni. Se il bambino ha mangiato solo una merendina o un frutto, potrà bagnarsi per qualche minuto immediatamente, prima, cioè, che cominci il processo digestivo. Ricordate che il latte è una delle cose più lunghe da digerire: niente bagno, quindi, dopo la colazione con la scusa che ha bevuto solo un bicchiere di latte!
Fate entrare il bambino il acqua molto gradualmente, bagnandogli prima le gambe, poi le braccia, quindi la pancia e il collo: evitate, insomma, un impatto troppo brusco che potrebbe creargli problemi alla circolazione. Inoltre, se il bimbo trema o ha un colorito livido e le sue mani sono “scottate” dall’acqua, fatelo uscire immediatamente e lasciatelo per qualche tempo al sole a scaldarsi. Non obbligate il bambino a fare il bagno o si vivrà questo momento come una costrizione.
Anche se il piccolo sa nuotare, controllatelo sempre con lo sguardo e richiamatelo se si dovesse allontanare troppo dalla riva. Anche nel caso in cui, però, non si allontani dal bagnasciuga, siate vigili: un’onda anomala potrebbe travolgerlo e farlo bere o fargli perdere il controllo del proprio corpo (non è la prima volta che si sente di bambini morti a riva a causa di un cavallone un po’ troppo grosso).

Per quanto riguarda, poi, il comportamento corretto da tenere nei confronti del sole, ricordate che la pelle dei piccoli è delicatissima e una scottatura in tenera età si paga, poi, nel futuro spesso in modo piuttosto drastico: sì, quindi, a creme protettive resistenti all’acqua da applicare più volte nel corso della giornata e a magliette e cappellini da indossare nelle ore calde. Se potete, fate in modo che i bambini non rimangano sotto il sole durante l’ora di pranzo e fino alle 16: sono quelle, infatti, le ore peggiori, quando il sole scotta di più e il rischio di insolazioni è elevato. Coprite sempre la testa del bimbo con un cappellino o un fazzoletto (per esempio, una divertente bandana) da bagnare ogni tanto in modo da abbassare la temperatura del corpo evitando, così, i colpi di sole.

Nel caso in cui il bambino venisse punto da una vespa (presenti in alcune spiagge, attratte dall’odore pungente di creme solari e abbronzanti) o da una medusa, tranquillizzatelo e cospargete il punto colpito con un battutolo di ammoniaca o con gli stick studiati appositamente per lenire il bruciore in questi casi.

Per prevenire il rischio di verruche e funghi, nel caso sulla spiaggia ci fosse una doccia, fate sempre indossare al piccolo un paio di ciabattine di gomma, da tenere magari durante tutto il giorno se la spiaggia è di scogli o per non scottarsi i piedini con la sabbia rovente.

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