Bambini più intelligenti con lo iodio in gravidanza

Lo iodio è un elemento chimico che riveste un ruolo biologico fondamentale per gli esseri viventi: è, infatti, implicato nei principali processi metabolici che interessano la tiroide essendo presente nelle ghiandole tiroidee tiroxina e triiodotirinina. Il suo fabbisogno giornaliero è stato stimato intorno ai 150mcrg/die anche se difficilmente questo fabbisogno viene coperto attraverso la normale dieta. Ecco perché viene spesso consigliato, laddove ve ne sia una carenza conclamata, l’utilizzo di sale iodato che aiuta a mantenere buoni i livelli di questo elemento nell’organismo, evitando problemi di salute di cui il più grave è senz’altro il gozzo (ingrossamento del volume e del peso della ghiandola tiroidea spesso segnale di ipertiroidismo o ipotiroidismo).

LO IODIO IN GRAVIDANZA: PREZIOSO PER LO SVILUPPO SANO DELL’EMBRIONE
Come nel caso di altre sostanze, anche il fabbisogno di iodio aumenta sensibilmente in gravidanza attestandosi intorno ai 175mcrg/die.
La funzione che svolge per il buon andamento della gestazione interessa, soprattutto, il primo trimestre e i mesi che precedono il concepimento. Ecco perché è importante che le donne che stanno programmando una gravidanza ne aumentino l’introito ricorrendo, appunto, a dosi aggiuntive a quelle fornite normalmente dall’alimentazione quotidiana.
Tra le conseguenze più gravi di un deficit di iodio, aborti spontanei e incremento delle morti pre-natali, anomalie congenite, alterazioni neurologiche, deficit mentali, problemi nello sviluppo dell’embrione prima e del feto poi.
Sembrerebbe addirittura che i bambini la cui madre abbia assunto durante la gravidanza la giusta quantità di iodio mostrerebbero maggiori capacità di apprendimento e cognitive nei primi 10 anni di vita, risultando, quindi, più intelligenti dei coetanei la cui vita embrionale e fetale sia stata segnata da un basso apporto di iodio.

ALIMENTI RICCHI DI IODIO
Tra gli alimenti più ricchi di iodio, al primo posto quelli che hanno a che fare con la vita marina, pesce dunque, ma anche crostacei, molluschi e, soprattutto, alghe. Non è un caso che al mondo la popolazione che meno risente di carenza di iodo sia quella giapponese in cui è largamente diffuso il consumo di alghe.
Ne sono ricchi anche le uova, la carne, il frumento e i cereali e alcune verdure. Non tutte, però, dal momento che alimenti quali spinaci, cavoli, rape ne rallenterebbero l’assorbimento da parte dell’organismo.
Il sale iodato è, poi, fondamentale per aumentarne semplicemente il consumo laddove viene per i 2/3 sostituito al sale normale.

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