Di materno avevo solo il latte
In libreria dal 5 giugno, un libro che parla della gioia dell’essere mamma. Beh, a dire il vero non proprio. Parla di quanto possa essere faticoso essere mamma quando si è gelosi della propria indipendenza.

In libreria dal 5 giugno, un libro che parla della gioia dell’essere mamma. Beh, a dire il vero non proprio. Parla di quanto possa essere faticoso essere mamma quando si è gelosi della propria indipendenza.
Approdato in libreria in edizione tascabile, Di materno avevo solo il latte di Deborah Papisca è un ironico e autobiografico racconto che affronta più che le gioie della maternità, le ansie che questa può provocare in una donna innamorata della sua indipendenza che si ritrova improvvisamente incinta.
Il libro, edito da Dalai Editore, si inserisce nel filone che potremmo definire Ma che davvero?, dal nome dell’omonimo blog, divenuto poi un libro di successo con il titolo Quello che le mamme non dicono scritto da Chiara Cecilia Santamaria che ha, nei confronti dell’essere mamma, un approccio molto simile, anche se in questo caso il tema affrontato è duro e difficile: la depressione post partum.
Il concetto di fondo è, però, il medesimo: una specie di rovescio della medaglia. Il lato oscuro di quello che in massa viene definito “l’evento più bello del mondo”, la cosa più meravigliosa che possa accadere a una donna: diventare madre.
Deborah è una donna forte, indipendente, con una vita piena di cose e interessi. La maternità è l’ultimo dei suoi pensieri. Anche perché, in passato, le è stata diagnosticata l’impossibilità del concepimento. E, invece, improvviso come tutti i miracoli, il miracolo arriva. I nove mesi di attesa sono per Deborah gioia pura. Su un’agendina di finto coccodrillo annota sogni e bisogni e cede al richiamo della temibile Sindrome del Mulino Bianco. Ma ecco il fatidico momento del ritorno a casa dall’ospedale, quando, turbata da inaspettate sensazioni, digita su Google le parole chiave maternità + pianto incontrollato + avrei voluto non essere mai nata + non pensavo che la vita fosse così di merda e scopre di soffrire di Dpp, depressione post-parto.
Incapace di provare sentimenti per sua figlia e terrorizzata all’idea di non essere mamma nel Dna, Deborah si ritroverà alle prese con un viscido serpentello – proiezione mentale del suo malessere – che le strapazzerà i neuroni mostrandole un lato oscuro della maternità fatto di angosce e paure. Verrà soccorsa dal suo angelo custode – la forza di volontà – che riuscirà a spingerla a un efficace contrattacco. Dopo impervie riflessioni, faticose conquiste dei ritmi quotidiani, melodrammatiche ma benefiche sedute terapeutiche con uno stoico quanto misterioso maestro di yoga, «contorsionismi» purificatori e la scoperta del mondo delle mamme online, Deborah sperimenterà nuove dimensioni e prospettive di questa irripetibile dis(avventura), ma soprattutto capirà, grazie a una bizzarra catarsi, che anche lei di materno ha molto più del latte.
DI MATERNO AVEVO SOLO IL LATTE
Di Deborah Papisca
Dalai editore, 2012
Costo 8,90€
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