Garcina cambogia: fa davvero dimagrire?

La Garcinia cambogia è una pianta tropicale che da qualche tempo è ascesa alla ribalta del web per le sue, supposte, proprietà dimagranti, talmente dimagranti da essere stata eletta, sempre secondo le notizie che si leggono su Internet, a frutto di riferimento delle star di Hollywood che lo consumerebbero o avrebbero consumato per perdere peso, soprattutto in seguito alla gravidanza.
I nomi citati sono altisonanti: le sorelle Kardashian, Nicole Kidman, Jennifer Lopez
Sarà vero?

L’essenza di questo frutto altrimenti pressoché sconosciuto si nasconderebbe nella sua buccia ricca di acido idrossicitrico (HCA).
Questa sostanza, a quanto dicono i suoi sostenitori (e le pubblicità) non solo favorirebbe lo smaltimento dell’adipe in eccesso, ma avrebbe la funzione di accelerare il metabolismo aiutando il corpo a smaltire le tossine. Il tutto, senza alcun effetto collaterale, senza sforzi e in pochissimo tempo (si parla di due, tre chili alla settimana).

Premesso che non esistono sostanze di questo tipo (sarebbe stato risolto il problema dell’obesità nel mondo), è evidente che nulla di quanto dichiarato possa corrispondere al vero dal momento che, appunto, sostanze miracolose ancora non ne sono state scoperte.
Vediamo, però, quali sono le proprietà dell’acido idrossicitrico.

HCA: Elisir di lunga linea?
Nella medicina tradiziona l’HCA o acido idrossicitrico viene utilizzato, soprattutto, come gastroprotettore e per le sue proprietà antireumatiche.
Accertate anche la sua azione anoressigena e la sua capacità di inibire l’enzima citrato liasi coinvolto nella sintesi di acidi grassi, trigliceridi e colesterolo.

Detto questo, nessuno studio attualmente dimostra davvero che la Garcina cambogia funzioni davvero nella perdita di peso. Anzi. Alcuni test effettuati su pazienti obesi a cui per 12 settimane sono stati somministrati 100 mg di HCA rivelerebbero la sua inefficacia nella perdita di peso.

Non esistono controindicazioni accertate nel suo consumo. Non si conoscono gli effetti a lungo termine della sostanza per periodi di tempo prolungati.
Andrebbe evitato durante la gravidanza e l’allattamento.

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