Gelosie di fratelli

Non è vero che per una mamma i figli sono tutti uguali. Capita, invece, che uno riceva più coccole, carezze, premure dell’altro, o che con uno la mamma preferisca chiacchierare la sera fino a tardi, coprendolo di un’attenzione particolare non prevista per gli altri.
Non è una questione di affetto: il bene per i propri figli è uguale e incommensurabile sempre. È una questione di sintonia: forse per un’affinità di carattere, forse perché incarnazione del figlio sempre sognato oppure per il ruolo di “piccolo di casa”, ad ogni modo, non tutti i bambini appaiono nello stesso modo ai genitori, nonostante questi tentino in tutti i modi di nascondere le loro “preferenze”, se vogliamo chiamarle così.

Nulla di più sbagliato, spiegano gli psicologi: innanzitutto, perché non è possibile fingere con se stessi, in secondo luogo perché i bimbi non sono stupidi e si rendono conto quando la mamma o il papà trattano in modo diverso i fratelli rispetto a loro, in terzo luogo perché il rischio è quello di misurare l’amore quasi si trattasse di un sacco di patate, cercando di dare a tutti i figli la medesima attenzione e il medesimo appoggio.
I bambini, invece, vanno capiti e amati per ciò che sono, per il loro personalissimo modo di essere e per il loro carattere peculiare: ciò significa che non può esistere un unico “affetto” uguale per tutti, ma che ciascuno deve essere apprezzato indipendentemente dagli altri.

Il consiglio, quindi, è quello di mettere da parte i sensi di colpa, cercando di capire dentro di voi quali sono i motivi che vi spingono a comportarsi in un modo diverso con uno o con l’altro figlio. Talvolta, si tratta di motivazioni banali che si esauriscono col tempo: il bambino “più amato” è quello più gracile, oppure quello che dà meno problemi o che ne dà di più, quello per cui sembra di non aver fatto abbastanza o quello più grande perché il primo… Insomma, spesso si tratta di una “preferenza” relativa che con la crescita dei piccoli verrà meno senza lasciare traccia.
In questi casi, se il bambino si accorge della differenza di comportamento riservata al fratello, la cosa migliore non è negare (“per me siete tutti uguali”), ma cercare di spiegargli quali sono i motivi che vi spingono a comportarvi così, puntando l’accento, però, si tutto quello di positivo che c’è in lui e che voi apprezzate e amate.

Se, invece, vi rendete conto che la “preferenza” è dovuta a una sintonia caratteriale, non tentate di negare questa vostra propensione, ma fate in modo di scoprire quello che vi lega all’altro figlio, quello che si sente escluso dalla vostra vita e dal vostro affetto: come dicevamo sopra, infatti, i bambini hanno sempre bisogno di cure diverse, che cambiano a seconda dell’età e del carattere. È impensabile l’idea che esista un solo modo di dimostrare affetto, ciò che occorre fare è vivere fino in fondo le differenze mettendone in risalto gli aspetti positivi.
In questo modo, eviterete di scatenare gelosie inutili tra fratelli e di creare nel bambino che si sente escluso il “complesso dell’Incompreso”, riuscendo al contrario a instaurare in casa un’atmosfera di armonia e complicità in cui ciascuno si sente apprezzato per ciò che è e non per ciò che potrebbe essere.

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Psicologia educazione

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