Gita: i criteri di scelta
Consigli e suggerimenti per orientarsi nella scelta della meta da proporre ai bimbi per la gita con i compagni.

Consigli e suggerimenti per orientarsi nella scelta della meta da proporre ai bimbi per la gita con i compagni.
Una gita di classe rappresenta per un bambino un momento ludico da condividere con i compagni, la possibilità di stringere i rapporti con gli altri bimbi della classe, rafforzare i legami e vedere i propri coetanei in un ambiente diverso, sicuramente meno rigido e formale rispetto a quello scolastico.
Per gli insegnanti, invece, gite ed escursioni altro non sono se non approfondimenti didattici proposti e affrontati direttamente sul campo, lontano dall’aula ma, comunque, con uno scopo di insegnamento.
La scelta della destinazione, quindi, va operata tenendo conto di queste diverse e specifiche esigenze e aspettative (no, quindi, alla settimana bianca di puro intrattenimento che tanto piacerebbe ai più piccoli. E no anche alle interminabili visite, una dietro l’altra, a musei, gallerie, chiese e cattedrali).
Un altro criterio di scelta, poi, dovrebbe essere rappresentato dal costo dell’escursione tenendo conto di quelle che sono le possibilità economiche di tutti i bambini. Capita, infatti, che alcuni piccoli non possano prendere parte alla gita per la spesa elevata che questa comporterebbe per la famiglia. E la cosa non è senz’altro giusta dal momento che ne verrebbero penalizzati alcuni scolari che potrebbero, in un certo senso, sentirsi emarginati rispetto agli altri bambini della classe.
Ovviamente, indiscutibile parametro di opzione per l’una o l’altra destinazione è l’età dei partecipanti, la loro preparazione, il programma svolto durante l’anno (inutile accompagnare un bimbo di prima a visitare le catacombe romane. Non sarebbe in grado di comprenderne il valore e rischierebbe di annoiarsi per tutta la durata della visita).
Ogni gita, quindi, dovrebbe essere organizzata in modo tale che l’aspetto didattico sia perfettamente integrato con quello ludico, pensando, eventualmente, a laboratori capaci di offrire al bambino gli insegnamenti del caso con lunghi momenti di puro divertimento (a questo proposito, sono numerosissime le strutture che organizzano percorsi e visite guidate pensate e studiate appositamente per venire incontro alle esigenze dei più piccoli e delle scolaresche, con laboratori creativi e giochi annessi).
Perfette anche le escursioni naturalistiche con scopi didattici non strettamente legati al programma dell’anno in corso, ma finalizzate a trasmettere al bambino insegnamenti che gli siano utili per la sua formazione e crescita (fattorie didattiche, associazioni no profit ambientali… offrono veri e propri cataloghi su cui scegliere l’opzione più adatta in base al numero dei partecipanti, alla loro età, ai giorni della gita).
Per ciò che concerne, infine, la durata della gita, questa è chiaramente determinata dall’età degli scolari: una permanenza fuori casa prolungata, infatti, potrebbe essere assolutamente controproducente per bimbi molto piccoli (scuola di infanzia e prime classi della scuola primaria) che potrebbe risentire della mancanza della mamma e della famiglia.
Sì, invece, al pernottamento fuori quando i bambini sono già abbastanza grandi e autonomi e se il numero di insegnanti (o genitori) è sufficiente per garantire ordine e controllo per tutta la durata della gita.
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