Il mondo
Nei primi 12 mesi di vita, vista e udito, già "programmati" per permettere al bimbo di relazionarsi con il mondo esterno, subiscono profonde trasformazioni.

Nei primi 12 mesi di vita, vista e udito, già "programmati" per permettere al bimbo di relazionarsi con il mondo esterno, subiscono profonde trasformazioni.
A dispetto di quanto si credeva fino a qualche tempo fa, le capacità percettive del neonato (vista e udito) sono abbastanza sviluppate già a partire dai primi giorni di vita, quando il piccolo deve cominciare a relazionarsi con il mondo esterno. Già dopo poche ore, infatti, il bimbo reagisce di fronte a un rumore forte ed è positivamente attratto dalla voce umana, soprattutto quella materna. Inoltre, a una settimana di vita, è già in grado di mettere a fuoco la figura della mamma mentre lo allatta. Nel corso del primo anno, poi, i due sensi continuano a svilupparsi fino a raggiungere, dopo 12 mesi, i livelli standard delle persone adulte.
LA VISTA
I neonati non sono affatto ciechi come si pensava fino a qualche anno fa. Fin dai primi giorni, infatti, sono in grado di percepire le immagini, sia pure sfocate. Probabilmente, all’inizio le fonti luminose infastidiscono i loro occhi abituati all’oscurità dell’utero, ma piano piano, più per istinto che per volontà, imparano a spalancarli e a cercare con lo sguardo lo sguardo di un adulto, in genere della mamma.
Le ricerche effettuate in questo senso hanno rivelato, infatti, che il neonato riesce, nei primi giorni, a visualizzare gli oggetti e le persone poste a circa 20/30 cm da lui. Il suo campo visivo è piuttosto ristretto, ma tende ad allargarsi già nel giro di qualche settimana. Nei primi tempi, poi, il piccolo fatica a coordinare entrambi gli occhi a causa della debolezza della muscolatura oculare. Tende, quindi, a concentrarsi su un solo occhio, quasi fosse strabico. Questo fenomeno è conosciuto, appunto, come strabismo neonatale e tende a risolversi autonomamente intorno al terzo mese. Il vero salto di qualità, però, si verifica a partire dall’ottava settimana quando il bebè comincia a osservare con attenzione gli oggetti che lo circondano registrandone, oltre che i contorni, anche i dettagli.
A quattro mesi il bambino ha già una buona percezione della profondità ed è in grado di coordinare lo sguardo con il movimento afferrando ciò che lo circonda. Inoltre, distingue perfettamente i colori in una gamma cromatica che è pressoché simile a quella di un adulto.
L’apparato visivo arriva alla sua completa maturazione tra il settimo e il nono mese: il bimbo acquisisce la padronanza dei movimenti oculari ed è cosciente della realtà degli oggetti che vede. Capisce, cioè, che una cosa continua a esserci anche quando sparisce dal suo campo visivo.
IL VISO DI MAMMA E PAPÁ: dei lineamenti del viso, quelli che maggiormente colpiscono un neonato sono gli occhi e la bocca, probabilmente perché si muovono costantemente. Osservandoli, il piccolo impara anche a imitarne le espressioni e così acquisisce una mimica facciale. Verso i cinque mesi, poi, riconosce anche le sfumature espressive e sa quando mamma e papà sono contenti (ridono), tristi (piangono), arrabbiati…
L’UDITO
A differenza della vista, l’udito ha avuto modo di svilupparsi già nel pancione della mamma. Il bambino, infatti, qui era costantemente sottoposto al ticchettio del battito cardiaco, al rumore degli organi digestivi, alle sollecitazioni provenienti dal mondo esterno (la voce dei genitori, la musica, le parole…). Ecco perché, appena nato, il bebè possiede già una discreta capacità uditiva che gli permette di sobbalzare di fronte a un rumore forte o di riconoscere la voce della mamma se questa gli parla. Ciò che fatica a distinguere sono, invece, i toni bassi e la localizzazione della fonte sonora.
Verso i quattro/sei mesi, il flusso sonoro comincia ad arrivare in modo sempre più chiaro e nitido e il piccino impara a distinguere le sillabe, dapprima semplici (ma-pa-ba…) e poi sempre più complesse (papa-mama-baba). A quest’età è anche in grado di relazionare la voce con il viso e la persona.
Indubbiamente, però, la vera svolta si ha intorno al nono/decimo mese quando il bambino, che ormai sa anche localizzare le fonti sonore, accresce le sue competenze linguistiche e capisce il 90% di quello che gli viene detto. Inizia ad articolare le prime frasi e anche se non parla ha già racchiuso dentro di sé tutto il linguaggio che accrescerà via via nel corso degli anni.
PAROLE AMICHE: la stimolazione uditiva può avvenire già da prima della nascita. Nel pancione della mamma, infatti, il piccolo percepisce i suoni che arrivano dal mondo esterno e, una volta, fuori li riconosce e li associa a particolari sensazioni prenatali. Stimolare, poi, l’udito durante tutti i primi mesi continuando a parlare al bimbo è fondamentale per accelerare il processo di apprendimento linguistico e aiutarlo a parlare prima con una buona gamma di vocaboli.
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