Jobs Act: cosa cambia in materia di congedo parentale

Un mondo del lavoro più flessibile. In cui i neogenitori, uomini e donne che siano, possano trovare il modo di conciliare più facilmente professione e famiglia e in cui i diritti e i doveri dei genitori siano tutelati in egual misura a prescindere dal genere. Questo il sogno e la speranza di tutti nel 2015. Sogno e speranza che in Italia, al momento, sono ancora ben lungi dal realizzarsi. In parte per veri e propri buchi legislativi in materia, in parte perché un radicale e autentico cambiamento dovrebbe iniziare da una rivoluzione totale e assoluta della mentalità comune.
Il Jobs Act recentemente approvato dal CdM e i cui provvedimenti verranno attuati subito dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale non risolve il problema. Ma pone le basi per facilitare la conciliazione tra famiglia e lavoro, con provvedimenti che aumentano le possibilità di scelta dei neogenitori.
Ecco in cinque punti cosa cambia:

  1. Possibilità di chiedere il congedo parentale facoltativo retribuito al 30% fino al compimento del 6° anno di vita del figlio. Al momento la legge lo permetteva fino ai 3 anni di vita del bambino. Per quanto riguarda il congedo parentale non retribuito, la possibilità di farne richiesta è salita dagli 8 anni del bambino ai 12 per un periodo massimo di 6 mesi.
  2. Possibilità di richiedere il congedo parentale facoltativo su base orario anziché giornaliera. Rispetto a oggi, in pratica, sarà possibile usufruire della possibilità di lavorare al 50% aumentando in questo modo la durata dei mesi del congedo stesso.
  3. Maternità obbligatoria oltre i 5 mesi in caso di parto prematuro.
  4. Riduzione da 15 a 5 giorni di preavviso per ciò che concerne la richiesta di congedo parentale facoltativo al proprio datore di lavoro. Il preavviso si riduce a soli 2 giorni in caso di richiesta di congedo parentale su base oraria anziché giornaliera.
  5. Benefici normativi per i datori di lavoro che favoriscono il telelavoro per cure parentali.

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