La crosta lattea

Non si tratta di una vera e propria malattia e non deve assolutamente creare ansia o preoccupazione nei neo-genitori. La crosta lattea o dermatite seborroica, infatti, è un fenomeno abbastanza frequente nei neonati e fa la sua comparsa, generalmente, nei primi giorni di vita del bambino per scomparire poi dopo il terzo mese (il nome “crosta lattea” indica, appunto, il fatto che il bimbo è ancora nutrito esclusivamente con il latte).
Si tratta, in pratica, di una specie di formazione crostosa dall’aspetto untuoso dovuta a un’eccessiva secrezione di sebo che interessa la zona della testa (il cuoio capelluto) e delle sopracciglia. Raramente si estende al viso e quasi mai a tutto il corpo. In concomitanza con questo che viene considerato un disturbo della pelle si verificano episodi di piccoli tagli situati nelle pieghe della pelle e dietro l’orecchio.

Le cause di questo disturbo sono ancora per lo più sconosciute. Se un tempo si pensava, infatti, che fosse dovuto al tipo di alimentazione assunta dalla madre durante la gravidanza o alla presenza di un particolare ormone materno trasmesso al feto nel corso dei 9 mesi e non ancora smaltito dal piccolo, ora l’ipotesi più accreditata vuole che la crosta lattea sia, in realtà, da attribuire all’ancora non perfezionato meccanismo di sostituzione delle cellule vecchie con quelle nuove nel processo di desquamazione della pelle: in pratica, le cellule vecchie che provocano la caduta della pelle si sovrapporrebbero a quelle nuove dando origine alla fastidiosa crosta di cui sopra. Tutto ciò, poi, verrebbe aggravato dall’eccessiva produzione di sostanze grasse da parte delle ghiandole sebacee.
Per quanto riguarda gli effetti del disturbo sul bambino, i medici sono abbastanza concordi nell’affermare che questo, salvo complicanze dovute a infiammazioni o infezioni, non gli provoca alcun fastidio.

La crosta lattea tende, infatti, a scomparire da sola nel giro di mese (si risolve, normalmente, intorno al terzo/quarto mese) senza particolari interventi e senza alcuna conseguenza né sul piano estetico né dal punto di vista medico.
Per accelerarne la caduta, però, è consigliabile passare delicatamente sulla testa del bimbo un batuffolo di cotone imbevuto in sostanze emollienti o in olio di olivo (per l’utilizzo di eventuali prodotti farmaceutici è, comunque, consigliabile un consulto pediatrico o una visita dermatologica) in modo da ammorbidire le croste e favorire il loro distaccamento dal cuoio capelluto, distaccamento che può essere velocizzando attraverso l’uso delicato di un pettine a denti stretti.
Durante lo svolgimento di queste operazioni, è bene porre molta attenzione e agire con estrema delicatezza dal momento che la fontanella cranica è ancora aperta. Per evitare, inoltre, infiammazioni,è sconsigliato, in presenza di crosta lattea, l’utilizzo di berretti e cuffiette di lana che potrebbero ulteriormente irritare la cute. Meglio, perciò, durante i primi mesi servirsi di copricapo in cotone.
L’intervento del medico non è, quindi, necessario salvo complicazioni, come dicevamo sopra, dovute a fenomeni di infezioni e irritazioni. Da sapere, infine, che episodi di questo che interessano l’epidermide potrebbero verificarsi anche negli anni a venire. In tal caso, però, una visita specialistica potrebbe essere auspicabile.

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