Materne: sezione o gruppo?

Negli ultimi anni evolvono in modo rapido nelle scuole dell’infanzia espressioni di metodologie varie.
La scuola dell’infanzia, che accoglie i bambini già dai 2 anni e mezzo (secondo la Riforma Moratti), viene organizzata, per tempi e spazi relativi alle attività di gioco, in sezioni, gruppi o in moduli.

L’organizzazione del lavoro per sezioni prevede, laddove sia fattibile, almeno la definizione della sezione omogenea per età (di un numero massimo di 25/28 alunni): una sezione può ben funzionare, infatti, se esiste almeno la stessa età di riferimento. Ciò facilita la proposta educativa del docente che può, così, immaginare uno standard di riferimento.
Esiste, però, anche la sezione eterogenea che, di contro, è spesso caratterizzante di elementi – stimolo per promuovere l’interazione di intelligenze diverse, di abilità comunicative molteplici e lo sviluppo di competenze di gruppo: si immagini , per esempio, una sezione costituita da 25 bambini di 3, 4 e 5 anni.

La difficoltà che spesso nelle scuole pone limite a questa varietà espressiva e formativa è dettata dal numero elevato dei piccoli alunni per ogni docente: in genere, infatti, una sezione viene guidata didatticamente da due insegnanti per 25 ore settimanali.
Il metodo di lavoro per gruppi, nascendo come organizzazione modulare della scuola primaria (prima detta elementare), tende a:

  • promuove la riduzione del rapporto numero alunni per insegnante;
  • dividere i bambini in gruppi di livello, di interesse, di età, altro.

    In altre parole, dividendo la sezione in gruppi è compatibile la possibilità di proposte educative diverse e maggiormente seguite, poiché il gruppo è una parte della sezione.
    Sono numerose, quindi, le scuole di infanzia in cui si attua un’organizzazione di questo tipo: due sezioni vengono divise in tre gruppi (gruppi di livello, interesse, gruppi omogenei per età, gruppi liberi).
    Sui tre gruppi ruotano quattro docenti (due per sezione) che, occupandosi ognuno di un’area didattica, propongono esperienze progettuali e ludiche in modo diverso.

    La scansione della giornata scolastica non deve mai essere rigida negli asili e nelle scuole materne, poiché la mediazione del gioco serve soprattutto a dare spazi e tempi diversificati, in relazione alle esigenze formative dei piccoli alunni: ecco perché è ormai consuetudine operare rendendo sistemica una o più soluzioni organizzative.

    Dal punto di vista pratico, la giornata scolastica potrebbe essere così strutturata (sebbene non esista un unico prototipo organizzativo): l’accoglienza al mattino può essere fatta in un ampio salone, dove accogliere piccoli di una o più sezioni, con proposte di canto, giochi motori e socializzazione.
    Una parte della mattinata scolastica può, accanto al lavoro in sezione, essere espressa dividendo i bimbi in piccoli e medi gruppi, “giocando” sui tempi di compresenza degli insegnanti: si possono promuovere giochi in laboratori – strutturando per angoli di pittura, fiaba, racconto, scienza ed esplorazione…

    Pertanto, un prototipo organizzativo non esiste, né può esistere in una scuola materna, perché oltre che variare il numero dei bambini, variano le esigenze di relazione e di educazione, gli spazi di attività, gli strumenti a disposizione, i tempi di permanenza a scuola.
    Quello che non varia è la necessaria attenzione dei docenti a sviluppare percorsi didattici sempre adeguati ai bisogni dell’utenza, finalizzati alla crescita dell’identità e dell’autonomia dei piccoli alunni.

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