Preparazione al parto: il training autogeno

Sebbene esistano altri metodi di preparazione al parto, in Italia quello maggiormente utilizzato è il Training Autogeno proposto, di solito, o secondo la metodologia tradizionale di Shultz oppure secondo il metodo sviluppato da Umberto Piscicelli definito R.A.T. ( Respiratory Autogenic Training).

In entrambi i casi, comunque, l’obiettivo è quello di aiutare la gestante ad affrontare le insicurezze e l’ansia legate al parto, imparando le tecniche di rilassamento, attraverso una serie di esercizi legati, in particolare, alla respirazione, ma anche esercizi di rilassamento progressivo e tecniche immaginative.

UN AIUTO PSICOLOGICO PER LA FUTURA MAMMA

Il compito primario del training autogeno è quello di aiutare le future mamme a superare in modo cosciente gli squilibri emotivi e le oscillazioni d’umore che spesso accompagnano la gravidanza prima e il post parto poi, cercando di prevenire in questo modo patologie più gravi quali i disturbi d’ansia della gestante e la depressione post partum della neomamma.

Inoltre, sembra che esercizi di training autogeno eseguiti nel modo corretto già a partire dal 4° mese e con il supporto di uno psicologo esperto, possano ridurre se non far scomparire del tutto eventuali stati di malessere fisico legati alla gravidanza: nausea, vomito, senso di spossatezza, irritabilità, sbalzi di pressione, stitichezza, dolori muscolari…

Il training autogeno, infatti, ha come obiettivo finale quello di allenare mente e corpo a risparmiare energie fisiche e psicologiche laddove queste non siano richieste mettendole a disposizione dei momenti di maggiore stress quali, per esempio, il parto e il puerperio.

Inoltre, alcuni esercizi di training autogeno sembrano favorire la produzione di endorfine da parte del cervello, sostanze chimiche che servono per tenere sotto controllo ansia e stress, favorendo, in questo modo, il controllo del dolore.

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