Prime parole

Ma-ma-ma. Pa-pa-pa. Ta-ta-ta. Probabilmente i primi suoni che sentirete uscire dalla bocca di vostro figlio saranno questi. Una ripetizione apparentemente senza alcun senso di sillabe attraverso le quali il bambino cerca di comunicare i suoi stati emotivi e i suoi bisogni a chi gli sta intorno.
Questa fase, che di solito si verifica intorno al 7°/9° mese di vita, viene definita lallazione e corrisponde, secondo gli esperti, ai primi tentativi di esplorazione della lingua madre compiuti dal piccolo. Si ritiene anche che in questo momento il neonato inizi a distinguere il proprio io dall’altro da sé, prendendo coscienza del suo essere.
Al periodo della lallazione – variabile da bambino a bambino e influenzato da innumerevoli fattori – segue una fase (generalmente, intorno all’anno di età) durante la quale il piccolo capisce il significato delle parole che utilizza e se ne serve per farsi comprendere nelle principali manifestazione della sua esistenza quotidiana (per esempio: ‘mamma – pappa’ per dire che ha fame, vuole mangiare…; ‘mamma – nanna’ per intendere che ha sonno; ‘pipì-pupù’ se vuole che gli si cambi il pannolino….).
All’inizio, il suo vocabolario è formato da una ventina di parole, spesso pronunciate scorrettamente e mai legate a formare frasi complesse. È, infatti, intorno ai 2 anni che l’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini subisce un’impennata e questi iniziano a esprimersi attraverso frasi compiute di una certa complessità (il loro vocabolario a questo punto dovrebbe essere composto da una cinquantina di parole). Capiscono il significato di pronomi quali ‘mio’ e ‘tuo’ e sono capaci di descrivere diverse situazioni e stati d’animo della loro vita.
A questa prima fase definita, nel suo complesso, prelinguistica, segue la fase linguistica vera e propria, durante la quale il bambino accresce il suo vocabolario aumentando, così, la sua capacità espressiva e la sua abilità nel comunicare anche pensieri astratti, non riferibili all’universo tangibile che lo circonda.

L’influenza dei genitori prima e degli educatori poi nell’acquisizione del linguaggio da parte del bimbo è fondamentale, sin dai primi mesi.
Sebbene, infatti, in parte, la lallazione si verifichi solo dopo che si è sviluppata la muscolatura orale e la capacità audio-espressiva, essa è anche determinata dalle cure e dalle attenzione che il neonato riceve proprio nelle sue prime settimane. La stimolazione del linguaggio, quindi, deve avvenire quanto prima e mamma e papà non devono mai smettere di parlare con il loro bambino, anche quando questi non è in grado di comprendere i loro discorsi. Ciò non significa forzare i tempi (che, invece, vanno rispettati e assecondati), ma semplicemente favorire nel piccino l’apprendimento delle parole e dei loro significati.

  • I futuri genitori possono cominciare a parlare al bimbo quando questi è ancora nella pancia della mamma. Il neonato, infatti, alla nascita troverà familiari la voce dei genitori e non ne sarà turbato.
  • La lettura ad alta voce di fiabe e filastrocche semplici può iniziare sin dalle prime settimane di vita del bambino, modulando la voce e i suoni in base alle situazioni descritte nel libro. Nonostante, infatti, il piccolo non sia ancora in grado di decodificare il contenuto di quanto letto, imparerà a riconoscere il contenuto emotivo della lettura, associando espressioni e suoni a determinate parole.
  • È fondamentale che mamma e papà si rivolgano sempre al bebè formulando le parole in modo corretto, senza storpiature e senza imitare i suoni emessi dal bimbo.
  • Non appena il piccino comincia a formulare le prime frasi di senso compiuto, è bene sollecitarlo, per esempio per mezzo di libri, immagini…, a descrivere quanto ha di fronte.
  • Le filastrocche e i giochi mnemonici rivestono durante i primi anni un ruolo fondamentale. La ripetizione delle parole, infatti, la modulazione dei suoni, il ritmo cadenzato che le contraddistingue, sono importantissime per il processo di acquisizione del linguaggio perché innescano nel bambino un senso di attesa che questi cercherà di colmare attraverso l’anticipazione delle parole stesse più volte ascoltate e attraverso la mimica. Ecco perché intorno ai due anni i bimbi chiedono che venga letta loro sempre la stessa fiaba, raccontata sempre con le medesime parole. È un processo di immagazzinamento decisivo.
  • Mamma e papà, i nonni, gli insegnanti… hanno il dovere di guidare il bimbo verso la corretta pronuncia di tutte le parole, senza sgridarlo quando sbaglia, ma correggendolo ogniqualvolta storpi i vocaboli.
  • Non appena il piccino inizierà a formulare le prime domande, è consigliabile non anticipare le risposte, ma dargli il tempo di completare la frase trovando le parole giuste per esprimere i concetti.

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