Scuola che cambia: lezioni in lingua alle elementari

Centro nevralgico di tutte le riforme della scuola degli ultimi 30 anni, le lingue straniere tornano al centro del dibattito sulla riforma scolastica, con prepotenza e centralità.
Questa volta il tentativo di ampliarne la conoscenza e l’utilizzo arriva dal neoministro dell’Istruzione Stefania Giannini che, in una lunga intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, nell’ambito di un più ampio e articolato programma di riforma scolastica, ha lanciato la proposta di lezioni in lingua originale (inglese e, presumibilmente, francese) già a partire dalle prime classi delle elementari:
Dobbiamo lavorare sulle lingue, mamma mia. Possibile che solo in Italia si parli questo pessimo inglese? A 18 anni bisognerebbe stare, almeno, al livello C2, quello che ti consente di dialogare con il mondo, di lavorare. L’inglese è come lo sci: o lo impari da piccolo o zoppichi tutta la vita. Cercheremo di immettere nelle nostre scuole insegnanti madrelingua o ‘native like’. E dovremo sperimentare classi di ‘solo inglese’ e ‘solo francese’, dove alcune materie saranno insegnate solo nella lingua straniera. Le due ore a settimana propinate da insegnanti oggettivamente scarsi servono a poco.

In altre parole, non più le due ore canoniche di insegnamento della lingua straniera per mano, soprattutto, di insegnanti italiani, ma la possibilità di inserire lezioni tenute da insegnanti madrelingua in lingua originale.
Naturalmente, se una cosa simile venisse portata a termine, si tratterebbe per la scuola italiana di una vera rivoluzione. Bambini di 6 anni, infatti, potrebbero giovarsi del contatto precoce con l’idioma straniero che entrerebbe così a far parte della loro quotidianità in un contesto diverso da quello della classica ora di inglese (o francese, spagnolo….) proposta oggi nelle classi.
Un passo in avanti per le nuove generazioni che, in questo modo, potrebbero facilmente superare il gap che li separa dai loro coetanei stranieri in merito alla conoscenza delle lingue.

C’É CHI DICE NO!
Sebbene tutti i genitori la reputino una gran cosa e alcuni addirittura chiedono che questo venga fatto già nella scuola materna, sono moltissimi gli scettici. A leggere i commenti in rete, anzi, i commenti scettici sembrano essere più numerosi di quelli positivi.
Ci si chiede, infatti, se in una scuola che di fatto cade a pezzi (non solo “fisicamente”), questa sia la priorità. Se in una scuola a cui si chiede ai genitori di portarsi da casa carta igienica e gessi, sia così centrale una proposta come quella della Giannini che a doverla dire tutta, da quando è in carica, ha dovuto affrontare una serie di emergenze. Non ultima quella con gli addetti alle pulizie e le contestazioni, pesanti, degli universitari sul numero chiuso.
Insomma, è proprio così fondamentale che i bambini imparino l’inglese in prima? O sarebbe meglio rivedere i programmi in modo tale che escano dalle elementari sapendo, per esempio, dove si trova Roma e come si coniughi un congiuntivo?
Il dibattito è aperto. La proposta, comunque, rimane una delle più interessanti degli ultimi anni.

Categorie:

Età Scolare
Scuola

Cosa ne pensi

;