Tra infanzia e adolescenza
A metà tra fanciullezza e adolescenza. Hanno tra gli 8 e i 10 anni e hanno fretta di essere trattati "da grandi".

A metà tra fanciullezza e adolescenza. Hanno tra gli 8 e i 10 anni e hanno fretta di essere trattati "da grandi".
Bruciare le tappe. Questo sembra essere il nuovo trend nella vita di bambini e adolescenti. A 8/10 anni si comportano (e sono trattati) come adolescenti. A 16/17 come giovani, autonomi, indipendenti, liberi. Non entreremo nel merito delle problematiche che riguardano i teenagers e ci concentreremo sui bimbi, quei fanciulli che, appunto, si trovano a vivere un’età di mezzo. Non più piccoli, non ancora grandi. E quindi? Come comportarsi con loro? Fino a che punto assecondare le loro richieste? La loro voglia di imitare la sorella/il fratello maggiore, i protagonisti di film e cartoon. Il loro desiderio smodato di essere considerati, finalmente, grandi?
Purtroppo, la società occidentale, con i suoi miti, la sua tendenza a divorare ogni cosa, il suo bisogno smodato di fette di mercato sempre nuove, il suo “vomitare” addosso a un pubblico sempre meno preparato un’infinita quantità di icone e modelli da seguire, ha, in un certo senso, poco rispetto per l’infanzia. I bimbi diventano presto un target da conquistare, persone da accalappiare e, possibilmente, senza che i genitori abbiano la possibilità di intervenire.
Proprio in questi ultimi giorni, durante una festa di Carnevale, siamo rimaste colpite da bambine di 7/8 anni che indossavano minigonne cortissime e top che lasciavano il pancino scoperto. Alla domanda: da cosa siete vestite?, la risposta, sicura, decisa, orgogliosa, è stata Da Britney Spears.
Insomma, fino a qualche anno fa le bambine volevano indossare costumi da damina, fioraia, Biancaneve, Cappuccetto Rosso. I loro miti, adesso, sono gli stessi di quelli delle ragazzine/i più grandi di cui non vedono l’ora di seguire la strada. Ma 8 anni sono pochi per sognare di diventare come Britney Spears!
D’altra parte, le famiglie hanno poca possibilità di intervento. I media dettano legge e i bambini non fanno che conformarsi a modelli già dati che, chiaramente, considerata la loro giovane età, non sono in grado di mettere in discussione. Mamma e papà non fanno che adeguarsi trattandoli come adolescenti in erba.
Ad aggravare la situazione, il fatto che fantasia e creatività entrano sempre meno nella vita dei più piccini la cui esistenza quotidiana è scandita come quella di un adulto da ritmi precisi e impegni da rispettare. Ovviamente a danno della spontaneità e, in taluni casi, dell’innocenza che dovrebbe essere propria dell’infanzia.
Certo, si dice, i bambini di oggi sono più furbi di quelli di una volta. Sanno ciò che vogliono e lottano per averlo. In realtà, ciò per cui lottano è ciò per cui si desidera che lottino: quel preciso paio di scarpe da avere anche a costo di piangere per giorni di fila, un vestito nuovo di quella precisa marca e modello visto nel tal film o nella tale pubblicità, il cellulare (abbiamo già trattato l’argomento. Ma repitita iuvant: a cosa serve a un bambino di 9 anni il cellulare?).
Sotto un certo punto di vista, sono più maturi dei loro coetanei di 20 anni fa. Per dirla tutta, però, hanno semplicemente perso, rispetto agli altri, l’incanto della vita, il fascino del sogno, il desiderio di fantasticare.
Quelli di loro che ancora credono nelle favole, che pensano che Babbo Natale esista e che dietro alla porta si nasconda il lupo nero, sono considerati “stupidi” dai compagni, infantili, nella migliore delle ipotesi “creduloni”. Eppure a 8/10 anni si è ancora bambini. La pubertà, per quanto alle porte, è di là da venire. Il gioco dovrebbe essere l’attività prevalente delle loro giornate e l’immaginazione dovrebbe ancora regnare sovrana nelle loro esistenze.
Non esistono consigli specifici. L’unico consiglio che ci sentiamo di dare ai genitori è di lasciare ai loro bimbi la possibilità di crescere senza bruciare le tappe. La maturità, prima o poi, arriva per tutti e la perdita dell’innocenza è un fatto inevitabile che tocca in sorte a chiunque. Per quanto possibile, cercate di dare ai vostri figli la dimensione del sogno, senza privarli della loro fanciullezza anche se questo significa non assecondare ogni loro richiesta (cellulare, paghetta settimanale, vestiti, scarpe…), non cedere a tutti i loro ricatti (rimanere svegli fino a tardi, avere il permesso di guardare ogni cosa passi in tv…). Responsabilizzarli non vuol dire gettarli nella fossa dei leoni dell’età adulta. Sono bambini e se non perfettamente equilibrati (cosa normale a quell’età) questo potrebbe annientarli.
Chiaramente, non si tratta di comportarsi verso di loro come se fossero dei poppanti. Ci sono cose che a 8 anni possono essere comprese e fatte. Leggi e regole che possono essere dettate e a cui i piccoli devono sottomettersi (andare a scuola, fare i compiti, rispettare gli altri…). Bruciare le tappe, però, potrebbe essere pericoloso. E il rischio potrebbe essere quello di far crescere una generazione omologata di bambini annoiati e stanchi che non sanno più cosa volere e cosa sognare.
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