Le mamme più felici del mondo? In Finlandia!
É la Finlandia il Paese che detiene il podio delle mamme più felici d'Europa. L'Italia è solo undicesima. Ma rispetto al 2013 ha guadagnato sei posizioni. É quanto è emerso dal rapporto annuale sul livello dei servizi e degli aiuti offerto alle mamme realizzato da Save the children.
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di Manuela Magri Le mamme più felici del mondo? Secondo quanto emerso dal 15° rapporto annuale di Save the Children sullo Stato delle Madri vivono in Finlandia dove possono godere di aiuti concreti per le famiglie e non ultimo la Baby Box, una scatola di cartone contenente beni di primissima necessità per il bebè in arrivo che dal 1938 tutte le neomamme ricevono poco prima della nascita del bambino.
In seconda e terza posizione Svezia e Norvegia e immediatamente dopo Islanda, Paesi Bassi, Danimarca, Spagna e Germania.
Si piazzano nelle ultime posizioni tutti i Paesi dell'Africa sub-sahariana, con Mali, Niger, Repubblica Democratica del Congo e Somalia agli ultimi 4 posti.
La classifica è stata redatta prendendo in esame quelle che sono le condizioni di vita delle donne, della madri e dei piccoli, le condizioni di salute generali, il livello culturale e di istruzione, le condizioni politiche del paese. Tutti parametri che portano a definire la condizione di vita, il benessere e le possibilità di accesso alle risorse e ai beni di madri e figli.
ITALIA. 11° MA IN RISALITA
Si piazza all'11° posto l'Italia, con ben sei posizioni di vantaggio rispetto al 2013 ottenute, soprattutto, grazie alla presenza di donne al governo (è uno dei 5 indicatori su cui si basa il rapporto che valuta, come dicevamo sopra, anche la salute materna e il rischio di morte per parto, la salute del neonato e il tasso di mortalità nei primi 5 anni di vita, il grado di istruzione e il PIL procapite).
C'è, poi, da dire che qui da noi è molto buono il livello di salute con una percentuale bassisima di morte a causa del parto o di complicanze del parto. Oltre al fatto che l'Italia può contare su una delle migliori leggi sulla maternità al mondo, per lo meno per quanto riguardo le lavoratrici dipendenti.
I problemi subentrano dopo, a nascita avvenuta. Quando gli aiuti dello stato si riducono (tolti i bonus a cui non tutte hanno accesso, non esistono altre forme di assistenza da parte del pubblico) e le neomamme, in particolare quelle che lavorano, si ritrovano a fare i salti mortali per conciliare attività lavorative e vita privata.
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Se da una parte, infatti, non esistono aiuti concreti per le famiglie (tolti, appunto, i bonus bebé che, però, interessano solo ristrette fasce della popolazione), manca completamente una legge che tuteli le donne che tornano al lavoro dopo la maternità e che si ritrovano spesso a dover rinunciare all'attività lavorativa per l'impossibilità di conciliarla con le esigenze di famiglie. Carenti le strutture di accoglienza dei piccoli e, laddove presenti, spesso inaccessibili dal punto di vista economico (stiamo parlando dei nidi) e incapace, il mondo del lavoro, di adottare una flessibilità che venga incontro alle donne piuttosto che ostacolarle nel loro percorso.
Troppo lontani, inoltre, dalla vera parità dei diritti e dei doveri dei genitori, con padri a cui viene, di fatto, negato il diritto alla paternità e una mentalità che ancora vuole che tra i due genitori, se si rende necessaria la rinuncia al lavoro, debba essere la madre a effettuarla.
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