Sai giocare con tuo figlio?
Sembra semplice giocare con un bambino. Invece, molti genitori 'sbagliano' l'approccio, sottovalutano l'importanza del gioco e si affidano eccessivamente a giocattoli strutturati imponendo, per altro, il loro punto di vista e la loro conoscenza sul gioco.
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di Alessia Altavilla Giocare con i bambini sembra la cosa più semplice del mondo. In fondo cosa ci vuole? Un po' di pazienza, un pizzico di fantasia e la voglia, dopo, di rimettere tutto a posto. Molti genitori o educatori (il problema riguarda anche tate, nonni, baby sitter), poi, si affidano ai giocattoli strutturati per dare inizio ad attività ludiche, sperando attraverso questi di semplificarsi la vita. L'AUTONOMIA SI IMPARA GIOCANDO! ULTIMO CONSIGLIO
Non tutti si rendono conto che giocare, per un bambino, è un'attività seria, ben più impegnativa e costruttiva del semplice divertirsi durante il tempo libero. Soprattutto nei primi anni di vita, il gioco rappresenta per un bimbo il principale strumento per imparare a conoscere il mondo e a rapporsi con esso.
Non è un caso, dunque, che a seconda dell'età del bambino, non solo cambiano i giocattoli che il mercato propone, ma cambiano anche le attività a cui il bambino sceglie di dedicarsi.
GIOCATTOLI: QUANTI E QUALI
Le stanze dei bambini sembrano spesso grandi magazzini pronti a esplodere. I giocattoli giacciono, spesso, abbandonati in ogni dove, anfratto, contenitore, invadendo spesso anche l'area stessa preposta al gioco. Se ci si pensa non ha molto senso: a cosa servono i giochi se non c'è lo spazio necessario per usarli?
Ma tant'è. Un bambino coperto di giocattolo appare ai più un bambino felice. Così via di acquisti pazzi e compulsivi a ogni Natale, compleanno, ricorrenza dell'anno.
Quanti giocattoli servono davvero?
Non esiste, naturalmente, un numero minimo e massimo. Esistono, però, delle regole di base nell'acquisto e nel modo in cui i giocattoli vengono utilizzati:
Che mamma e papà abbiano voglia (e tempo) di giocare con i loro bambini è una cosa meravigliosa. Non c'è desiderio più grande, per un bimbo, che saper di poter contare sulla complicità dei genitori mentre gioca.
Detto questo, a volte, la presenza dei genitori dovrebbe essere silenziosa.
Non significa abbandonare il bimbo a se stesso. Significa imparare a osservarlo, lasciandolo libero di sperimentare un gioco (anche un giocattolo) o un'attività senza l'ausilio, il consiglio, il suggerimento dell'adulto.
I grandi, infatti, hanno una logica di gioco diversa da quella di un bambino. Per un adulto, un puzzle è da montare. Per un bambino, le tesserine del puzzle potrebbero servire per costruire casette e strade, o come pezzettini di cibo con cui sfamare il bambolotto o il peluche. Insomma, non è detto che quello che per voi rappresenti una cosa, debba rappresentare la stessa cosa anche per il bambino.
Detto questo è giusto insegnare a un bimbo come funziono le cose e come vanno utilizzate. Ma è fondamentale, per la sua autonomia, anche lasciarlo sperimentare da solo, trovando percorsi e soluzioni alternative rispetto a quelle da voi proposte.
É molto importante, poi, che il bambino sia in grado di giocare da solo. Non appena raggiunge un'età in cui non è più necessario guardarlo a vista continuamente (normalmente intorno ai 3 anni), provate a lasciarlo giocare da solo in un ambiente che gli è familiare e in cui non ci siano pericoli (la sua stanza, la stanza dei giochi, la camera in cui ci sono i suoi giocattoli) per un po'. Evitate di controllarlo continuamente. Lasciate che impari a rimanere da solo e a gestire da solo eventuali momenti di noia.
EDUCAR GIOCANDO!
L'attività del gioco è, sostanzialmente, scandita in tre momenti. Tutti e tre devono vedere il bambino protagonista assoluto:
Quest'operazione va fatta anche quando il bambino passa da un gioco all'altro. Se prima ha giocato con la pista delle macchinine e poi vuole giocare con le costruzioni, fate in modo che prima metta a posto pista e macchine e poi tiri fuori le costruzioni.
Non solo questo lo abituerà all'ordine e ad avere cura delle sue cose. Ma gli servirà anche per imparare a concentrarsi su una cosa per volta.
Ci sono momenti atti a giocare e momenti in cui è assolutamente vietato farlo.
A tavola, per esempio, si mangia. Non si gioca. Evitate che i bambini apparecchino il loro posto con mille inutili giocattoli. La tavola è fatta per consumare i pasti. Non è una ludoteca!
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Commento inserito da valter sciandra il 13 aprile 2016 alle ore 15:45
Molto interessante. A 58 anni conoscere un bambino e' meraviglioso.