Sole d'alta quota
Il sole è un alleato utile perchè fonte di vitamina D, però può anche essere un nemico della pelle. D'estate se ne parla parecchio, ma il sole di montagna è forse meno dannoso?
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di Alessia Altavilla Di esposizione al sole, scottature, rischi per la pelle..., si parla sempre in estate, quando la tendenza a spogliarsi è maggiore, quando spiaggia e mare attirano a sé come calamite, quando la pelle dei bambini diventa la protagonista di dibattiti televisivi e delle inchieste sui giornali. Ma poco si parla di come comportarsi in montagna, d'estate e d'inverno. In montagna, perciò, come e forse più che al mare è bene porteggere con prodotti appositi la pelle dei piccini utilizzando fattori di protezione molto alti e prodotti specifici in grado di prevenire possibili scottature, irritazioni e eritemi.
Sembra quasi si pensi che il sole di montagna sia meno pericoloso rispetto a quello del mare, che ad alta quota i piccoli non corrano nessun pericolo.
Certo, indubbiamente sui monti la percentuale di pelle esposta ai raggi UVA è minore e le uniche parti del corpo che eventualmente potrebbero correre il rischio di scottature e ustioni sono la faccia, e, d'estate, le braccia e forse le gambe. Ma il sole di montagna in particolare, non è meno pericoloso di quello di mare. Tutt'altro: l'aria rarefatta, il vento, l'impossibilità di percepire il caldo diventano ulteriori fattori che potrebbero compromettere il benessere dell'epidermide.
Non è un caso, infatti, che le creme per l'alta quota siano generalmente più grasse e abbiano un fattore di protezione molto alto. Per i bimbi i prodotti più indicati sono quelli a protezione totale, possibilmente acquistati in farmacia (ne esistono di varie marche).
Come in spiaggia, anche in montagna l'applicazione della crema va ripetuta più volte nel corso della giornata anche quando il cielo è coperto e il sole è nascosto dietro alle nuvole. E' bene inoltre spalmargli la crema anche sulle mani e su ogni centimentro del corpo che risulta scoperto.
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