Attività extra scolastiche. E se fossero troppe?
Tennis, calcio, pallavolo... Le attività extrascolastiche vengono scelte spesso per soddisfare il bisogno di appagare le proprie ambizioni, i propri pregiudizi in merito a cosa possa essere utile, in futuro, per i bambini. Ma siamo davvero sicuri che le loro esigenze vengano così rispettate? Ce ne parla la dottoressa Chiara Corte Rappis.
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di Dottoressa Chiara Corte Rappis Poco più di un mese dall’inizio della scuola. Un periodo che per tutti, bambini, ragazzi, genitori, insegnanti, rappresenta una fase di ri-adattamento a ritmi e regole che, durante il periodo vacanziero, avevano lasciato posto a un movimento meno frenetico, a tempi più tranquilli, a lunghi pomeriggi assolati che potevano essere ora molto piacevoli, ora piuttosto noiosi. Per scrivere o contattare la dottoressa Chiara Corte Rappis è possibile scrivere all'indirizzo chiara.corterappisATyahoo.it oppure telefonare al numero 349-7898300. Per maggiori informazioni, è possibile anche consultare il sito www.spazioeterotopico.it
Con l’inizio della scuola, però, si pongono immediatamente altre scelte non meno importanti per la crescita dei bambini e dei ragazzi.
Tennis, calcio, pallavolo, equitazione, scherma, danza, nuoto? Oppure, tralasciando il campo sportivo, corsi di musica, pianoforte, violino, chitarra, corsi di lingua e la lista potrebbe continuare, spaziando anche in numerosi altri campi che riguardano il tempo cosiddetto “extrascolastico” dei bambini e dei ragazzi.
É importante che gli adulti si mettano in un atteggiamento di ascolto autentico dei loro figli affinché la scelta dell’attività extrascolastica sia originata da una forte motivazione dei ragazzi stessi e non siano scelte orientate da proiezioni di vecchie aspirazioni di mamme e papà, perché altrimenti quella attività verrà portata avanti dai piccoli senza alcuna passione e ben presto abbandonata.
In questi momenti, perciò, è di fondamentale importanza l’ascolto del registro verbale e di quello non verbale dei propri figli. Per loro è importante perché, se si sentiranno accolti in modo empatico e ascoltati autenticamente, sapranno scoprire e maturare loro vere passioni.
Inoltre, in una società competitiva come quella nella quale siamo immersi quotidianamente, la tentazione di tutti sarebbe quella di adeguarvisi, colmando il tempo libero dei figli con tutto ciò che appare indispensabile per vincere la corsa della vita.
In questo caso mi sento di dire che non si vince la corsa della vita per aver sviluppato le performances migliori in tutti i più diversi campi, ma soltanto se si arriva a scoprire se stessi e, quindi, ciò che ci fa star bene, ciò che ci entusiasma e ci appassiona.
L’ascolto, quindi, è fondamentale. Solo ascoltando i propri figli, infatti, le loro naturali inclinazioni e i loro talenti, potremo dire di aver cercato di offrire loro quella chance in più, a cui potranno attingere in ogni momento della loro vita.
Solo così il tempo vuoto potrà dirsi pieno o riempito bene, anche di una sola attività, altrimenti paradossalmente il tempo libero sarà riempito di tanto, ma sarà tempo vuoto, svuotato di ciò che può dare senso a quella vita a partire dall’infanzia.
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