Io, mamma inadeguata

Maternità: a volte un'esperienza difficile che suscita angoscia e tristezza nella neo-mamma che si sente inadeguata.

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Sono moltissime le neo-mamme che, dopo aver messo al mondo il loro bambino, nonostante la maternità sia stata per loro un evento felice e gioioso, atteso e desiderato, vengono colte da una sorta di malessere che qualcuno definisce Baby Blues, meglio conosciuto come depressione post-partum. Si tratta di uno stato depressivo non patologico che si presenta all'improvviso, generalmente, 3 o 4 giorni dopo il parto, con una durata che può variare da qualche ora a qualche giorno e, nei casi più difficili, anche qualche mese. I sintomi più comuni sono una sensazione di angoscia, tristezza, improvvisi scoppi di pianto, la sensazione di non essere adeguate per il ruolo di mamma e, soprattutto, un soffocante senso di colpa per la propria inspiegabile tristezza.

Molteplici le cause: da una parte la fatica che comincia a farsi sentire, dall'altra lo sconvolgimento ormonale in atto. Ancora, quella che gli psicologi chiamano la 'nascita simbolica' del bambino che, attraverso il pianto e l'espressione delle sue esigenze, inizia ad affermare con il mondo esterno la sua presenza e il suo esistere indipendentemente dalla madre. Inevitabile, quindi, che sentendo il piccino piangere e strillare, l'inesperta neo-mamma si faccia prendere dal panico non avendo, per altro, ben chiaro quali siano i motivi di tanto strepitare e, soprattutto, non sapendo come affrontare le emergenze.
Dal punto di vista psicologico, poi, la donna deve interiorizzare la sua morte come figlia (e, quindi, in un certo senso il definitivo distacco con la propria madre e con la propria infanzia) e la sua nascita come mamma. Tutto ciò, non avviene sempre in modo indolore e potrebbe contribuire, insieme ai motivi di cui sopra, a gettare la neo-mamma nello sconforto.


La depressione post-partum non dura, normalmente, più di qualche giorno. Nell'istinto della donna, infatti, scatta quasi immediatamente la consapevolezza che il futuro del suo bambino dipenda da lei (e, soprattutto nei primi tempi, esclusivamente da lei). I problemi pratici (allattare il piccino, cambiarlo, capire i suoi bisogni…) prendono il sopravvento su tutto il resto. Dopo un paio di mesi, la mamma sarà fisicamente stanca, ma felice. Avrà imparato a venire incontro alle esigenze del suo piccino, il quale, da parte sua, avrà imparato a farsi capire e sebbene urla e strepiti non cessino del tutto, per lo meno, i genitori avranno capito come porvi fine.
In ogni caso, qualora si venga assalite da Baby Blues, la cosa migliore da fare è non chiudersi in se stesse, ma cercare qualcuno (un'amica, una cugina, un'infermiera dell'ospedale…) con cui parlarne. In taluni casi, quelli più gravi, il personale medico potrebbe anche ritenere opportuno, per il bene della mamma e del bambino, allontanare per qualche giorno quest'ultimo dalla donna che non sarebbe, comunque, in grado di prendersene cura. La mamma avrebbe in questo modo la possibilità di recuperare in tutta tranquillità le forze e riacquistare la serenità necessaria per godersi il suo piccino.


Normalmente, però, ciò di cui le neo-mamme hanno bisogno è una persona capace di ascoltarle e confortarle, facendo capire loro che simili stati d'animo sono assolutamente normali e passeggeri.
Il ruolo del compagno o marito che sia è fondamentale in questa fase. Dando il suo appoggio e il suo amore alla donna la fa sentire ancora desiderata e le infonde la tranquillità necessaria per affrontare il suo nuovo ruolo senza nulla toglierle a quello di moglie/compagna. Spesso, però, capita che anche i papà siano disorientati di fronte a un evento così spettacolare qual è la nascita di un bimbo. La difficoltà per loro consiste nel sentirsi estranei rispetto a tutto ciò che sta succedendo. È inevitabile, poi, che soprattutto nei primi tempi, la donna non abbia il tempo e la forza per occuparsi di loro assorbita com'è dalle cure del neonato. Il papà deve, quindi, da solo, trovare il proprio ruolo all'interno della famiglia aiutando la mamma in tutto ciò che gli è possibile e cercando, un poco per volta, di prendere confidenza con il bambino (cambiandogli, per esempio, il pannolino o svegliandosi di notte se questi dovesse piangere o non riuscisse a dormire).

La nascita di un bambino è davvero in grado di sconvolgere la vita di una giovane coppia, sia dal punto di vista pratico che sotto l'aspetto psicologico. Non è affatto strano, quindi, che ci si senta impreparati e incapaci di fronte a un simile evento. È importante, quindi, che coloro che stanno vicini ai neo-genitori facciano capire loro che il prendersi cura di un bambino è una cosa che avviene poco per volta e che sarà soprattutto l'amore nei suoi confronti a guidare verso la giusta strada gesti e comportamenti che lo riguardano. Non esistono genitori perfetti. Ciò che conta è la volontà, comune a tutte le mamme e a tutti i papà, di dare il meglio al proprio piccino. Poco per volta i tre impareranno a conoscersi e tutti quei problemi che all'inizio sembravano insormontabili si dilegueranno senza lasciare alcuna traccia.

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