Chi ha paura del pidocchio?
Tutto sulla pediculosi. Cosa sono i pidocchi, come agiscono, come si riconoscono come si trattano e come ci si comporta a casa come a scuola.
Articoli Correlati
-
Mom Camp 2011
Si svolgerà a Milano il 24 settembre...
continua » -
Pidocchi: grattacapi per famiglie
Continua in moltissime scuole italiane, dalle materne alle...
continua »

di Alessia Altavilla IL PIDOCCHIO DEL CAPO SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO COME AVVIENE IL PASSAGGIO DA UNA TESTA ALL’ALTRA PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE MODALITÀ DI INTERVENTO SPECIALE PIDOCCHI: PER MAMMA E BAMBINO
Si definisce pediculosi una patologia infettiva causata da un parassita, il pidocchio, che da sempre “accompagna” l’uomo e che, nonostante le migliorate condizioni igieniche, miete ancora numerosissime vittime. Ne esistono di diverse specie, ma quella più comune e pericolosa per l’elevato numero di casi di cui è responsabile, soprattutto tra i più piccini, è chiamata, in termini scientifici, Pediculus humanus capitis, ovvero pidocchio del capo.
È lungo dai 2 ai 4 millimetri, di colore grigiastro e forma ovoidale. È munito di sei zampette “uncinate” che gli permettono di spostarsi su e giù lungo il capello senza perdere la presa. Generalmente, se ne sta ben ancorato a pochi centimetri dal cuoio capelluto e sopravvive succhiando il sangue del suo malcapitato ospite rilasciando, in corrispondenza del morso, un liquido particolare causa di un fastidioso prurito. La femmina del pidocchio depone nell’arco della sua breve vita (circa 4-5 settimane) qualcosa come 300 uova, dette lendini, di colore biancastro e forma allungata, che rimangono attaccate ai capelli grazie alla potentissima colla naturale di cui sono dotate. Nel giro di una settimana le uova si schiudono e danno vita alle ninfe che dopo 7-13 giorni e 3 mute diventano adulte e ricominciano il ciclo.
I pidocchi possono dare origine a una vera e propria epidemia dal momento che, una volta colonizzata una testa, ne cercano immediatamente un’altra sulla quale stazionare approfittando di uno sfioramento di teste oppure annidandosi su cappelli, spazzole, pettini, cuscini… in attesa che vengano utilizzati da un nuovo ospite. A questo proposito vale la pena aprire una parentesi per sfatare un pregiudizio responsabile di una vera e propria “ghettizzazione” verso coloro che sono affetti da pediculosi: è assolutamente falso, infatti, che i pidocchi amino lo sporco dal momento che, in caso di infestazione, tutte le teste sono a rischio, indipendentemente dal fatto che i capelli siano puliti o meno. Il comune shampoo, infatti, non serve per tenere lontano il pericolo! (Per maggiori conosce il Vero e il Falso su questo argomento cliccate qui).
Sebbene sia piuttosto difficile impedire che un’infestazione di pidocchi si verifichi, è vero che sia a casa che a scuola è possibile intervenire preventivamente in modo da limitare la rapida diffusione dei parassiti tra bambini e scolari. Ecco, dunque, a casa e a scuola come comportarsi:
- Una volta alla settimana, durante il bagno o la doccia, controllare la testa del bambino guardando, soprattutto, nella zona della nuca e dietro le orecchie. In caso di infestazioni a scuola, i controlli devono essere ripetuti quotidianamente. - - In caso di avvistamento di una presenza sospetta, ricordarsi che, a differenza della forfora, i pidocchi e le lendini non si staccano facilmente dal capello ed è necessario esercitare una leggera pressione per rimuoverli.
- Insegnare ai bambini a non ammucchiare i capi d’abbigliamento sugli attaccapanni o sulle panche degli spogliatoi in palestra.
- Abituare i piccoli a non scambiarsi oggetti personali quali cappelli, sciarpe, pettini, spazzole…
Se dopo un’ispezione ci si dovesse accorgere che, effettivamente, il bambino ha i pidocchi è bene intervenire subito e in modo deciso evitando, se possibile, i cosiddetti rimedi della nonna (aceto, petrolio, alcool…).
Il consiglio è quello di rivolgersi immediatamente al proprio pediatra per farsi consigliare un prodotto specifico in grado di annientare con la sua formula tanto i pidocchi quanto le lendini. I principali prodotti antipeducolosi sono a base di piretro naturale, piretrine sintetiche o malathion. Diverse, poi, anche le formulazioni: shampoo, shampoo-schiuma, gel e polvere, ugualmente efficaci da scegliere a seconda delle proprie specifiche esigenze (per saperne di più, cliccate qui). Indipendentemente, poi, che si ricorra allo shampoo, allo shampoo-schiuma, al gel o alla polvere, è fondamentale rimuovere le lendini utilizzando un pettine a denti fitti da usare subito dopo ogni trattamento.
Per maggiori informazioni consultate lo Speciale Pidocchi pubblicato sul nostro sito.
Si rivolge alla mamme e al bambino lo Speciale Pidocchi pubblicato sul nostro sito. Per le prime tante informazioni utili per intervenire in caso di pediculosi senza farsi prendere dal panico. Per i secondi, tante figurine da stampare, collezionare e attaccare sui poster, anch’essi inseriti all’interno dello Speciale.
Questo articolo è sponsorizzato.
Ricetta della settimana

12 cose che rendono felice un bambino
Sottotitolo: senza mettere mano al portafogli. Ossia quali sono le cose che i bambini amano fare e che possono essere proposte loro che non prevedano spese e che non rientrino nella categoria 'vizi'.
continua »
10 cose da dire che rendono felice un bambino
La tendenza è quella di dire al bambino quello che non deve fare. Spesso il suo operato viene messo in discussioni con frasi fortemente negative che minano l’autostima del piccolo. Con i figli si tende a essere più critici che costruttivi. Cosa dire, invece, a un bimbo per renderlo più felice?
continua »
Le difficoltà dei bambini a tavola: disagi o disturbi?
Disturbi e disagi alimentari non sono la stessa cosa. In entrambi i casi, però, spesso c'è una richiesta di attenzione da parte del bambino che attraverso il cibo manifesta problemi di altro genere.
continua »
Bambini e cibo: nutriamo il cuore dei bambini
La dottoressa Cristina Savatteri ci spiega come molti dei disturbi alimentari dei bambini derivino da una sbagliata interiorizzazione del cibo nella primissima infanzia.
continua »