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I figli sono tutti uguali?

Ai sensi della legge, ancora oggi, esistono delle distinzioni tra figli legittimi e figli naturali per cui a questi ultimi vengono negati alcuni diritti riconosciuti ai primi.

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I figli sono tutti uguali?



La Camera il 30 giugno 2011 ha approvato il testo di legge che elimina ogni distinzione tra figli naturali e figli legittimi.
Il Senato il 16 Maggio 2012 ha approvato con modificazioni il DDL 2805 recante “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali” che appunto uniforma il diritto al mantenimento, all’educazione e all’assistenza morale, al godimento di relazioni di parentela con i conseguenti effetti anche patrimoniali di figli naturali e figli legittimi.
Il testo è stato ritrasmesso alla Camera, pertanto, a oggi sussiste ancora la differenza tra figli legittimi ossia bambini nati da genitori sposati e figli naturali ossia bambini nati da genitori non sposati.



Dal 1975 (anno della riforma del diritto di famiglia) a oggi, è stato costruito un percorso di eguaglianza delle due categorie che però non si è ancora perfezionato. Per esempio, fratelli naturali e fratelli legittimi non hanno gli stessi diritti successori. Se una persona muore senza lasciare testamento (in mancanza di coniuge, figli, ascendenti) il fratello (legittimo) erediterà tutto il suo patrimonio ai sensi dell’art. 570 del codice civile. Nel caso, invece, in cui il fratello sia naturale (e non legittimo) erediterà l’intero patrimonio solo se non ci sono parenti entro il sesto grado (ossia cugini, nipoti, ecc.). Se un genitore muore lasciando un figlio legittimo e uno naturale (riconosciuto) il figlio legittimo avrà il diritto di commutazione ossia avrà il diritto di tenersi l’intero bene del genitore, dando al fratello l’equivalente in denaro della sua porzione.

Il figlio naturale, poi, per essere inserito nella famiglia (legittima) del proprio genitore deve ottenere il consenso del coniuge del proprio genitore e del fratello (figlio legittimo) se ultrasedicenne. Al figlio naturale vengono riconosciuti pieni rapporti con il proprio genitore, i nonni i bisnonni, ma rimane dubbia la sua relazione con fratelli, zii, cugini ossia con i parenti in linea collaterale.

Ciò accade perché il riconoscimento del figlio da parte del proprio genitore crea uno stato di filiazione ma non uno stato di famiglia. Sino a oggi, solo attraverso l’istituto della legittimazione, che crea legami di parentela pieni tra figlio e i familiari del genitore, è stato possibile attribuire la qualità di figlio legittimo a colui che è nato fuori dal matrimonio. Quando finalmente tutto il Parlamento approverà il disegno di legge sui figli naturali, avremo la parificazione di trattamento giuridico dei figli nati dentro e fuori dal matrimonio.

Camilla Cozzi è socia fondatrice dello Studio Legale Associato Ciriello-Cozzi, esperta di diritto della famiglia e delle persone. Per saperne di più www.ciriello-cozzi.it oppure scrivete a avvcozziATciriello-cozzi.it
 

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