Tra campi e centri estivi
La scuola è finita. Come impiegare i bambini prima della partenza delle vacanze mentre mamma e papà sono al lavoro? Iscrivendoli a un campus estivo o a un centro estivo in città. Consigli e indirizzi utili.

di Manuela Magri La scuola è finita ma la data della partenza per le vacanze è ancora lontana. A chi lasciare, dunque, i bambini durante questo periodo se nonni, parenti e baby sitter non possono correre in aiuto? CAMPO O CENTRO ESTIVO? La differenza tra campi estivi e centri estivi consiste nel fatto che i primi siano, generalmente, residenziali, prevedano il soggiorno fuori di casa per almeno una settimana e possono svolgersi anche a diversi chilometri di distanza dalla propria residenza. CAMPUS: COME ORIENTARSI La scelta del campus più adatto per il proprio figlio dipende da diversi fattori: l’età del bambino, la cifra che i genitori hanno a disposizione, la loro volontà di fargli provare un’esperienza veramente lontano da casa fuori da ogni schema, gli interessi del piccolo, eventualmente la vicinanza o meno da casa.
Semplice. Basta iscriverli a un campo estivo residenziale o a uno dei numerosi centri estivi organizzati dai comuni e dai privati in città.
Naturalmente, la maggior parte delle famiglie avrà già provveduto per questo. Ma per i ritardatari ecco qualche consiglio per orientarsi, tenendo conto che nella nostra sezione Agenda, da qualche mese ormai, abbiamo pubblicato un elenco completo di tutte le strutture suddiviso per regione e tipologia.
I centri estivi, invece, sono organizzati all’interno del comune di residenza o a poca distanza da esso e propongono attività diverse che si ripetono nell’arco della settimana a seconda dell’offerta. Non prevedono il pernotto e possono essere frequentati per tutto il tempo desiderato (disponibilità di posti permettendo). I centri estivi comunali hanno costi limitati, si svolgono, di solito, da giugno a settembre, ma hanno a disposizione pochissimi posti e vanno prenotati con largo anticipo.
Meno problematica, invece, l’iscrizione a centri estivi proposti da strutture private (ludoteche, laboratori, biblioteche…) con lo svantaggio, però, di costi decisamente più elevati.
Qual è la soluzione migliore? Naturalmente, dipende dalle proprie esigenze, dalla propria disponibilità economica e, in larghissima misura, dall’età del bambino.
Pretendere, infatti, che un bimbo di pochi anni possa serenamente trascorrere una o più settimane lontano da casa è poco plausibile. E anche con i bambini più grandi è fondamentale che siano davvero convinti a partire, che siano autonomi e che non debbano vivere il viaggio come un sacrificio o, peggio, una specie di abbandono.
In linea di massima, però, i campus estivi, che hanno tutti un fondo didattico, si dividono in campus naturalistici, campi avventura, vacanze – studio (spesso all’estero), campi artistici o creativi, campi sportivi.
Tutti, comunque, alternano attività più o meno didattiche con momenti di gioco, divertimento, relax.
Il luogo in cui il campus si svolge è molto importante. A seconda, infatti, della scelta i bimbi potranno essere coinvolti in attività di montagna, campagna, mare…
Un capitolo a parte meritano, poi, le vacanze studio all’estero che si rivolgono a bimbi un po’ più grandi (ultimi anni delle elementari) assolutamente autosufficienti e che da tempo sono abituati a trascorrere lunghi periodi lontani da casa senza mamma e papà, in situazioni spesso molto diverse da quelle della loro realtà odierna.
Per l'elenco aggiornato di tutti i centri estivi in città e non cliccate qui
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